Il corpo della ragazza è stato trovato il 26 febbraio dell’anno dopo in un campo a Chignolo d’isola.

Bossetti ha chiesto un processo a porte aperte e insistito perché fossero presenti le telecamere. In una lettera ha scritto: «Voglio lottare perché questo processo si svolga esclusivamente a porte aperte, così che chiunque possa prendere atto di tutte le dichiarazioni fatte da me e dall’accusa, perché non ho niente da temere o da nascondere. Questo è il mio grandissimo, solo e unico desiderio». I familiari di Yara non vogliono invece riprese in aula come il pm Letizia Ruggeri. 

Le porte saranno aperte, l’aula in corte d’assise a Bergamo non può però contenere più di un’ottantina di persone. No invece alle riprese per indicazione del presidente della Corte, Antonella Bertoja, che è affiancata dal giudice a latere Ilaria Sanesi e da 6 giudici popolari. Nella prima udienza dovrebbero essere presentate le prime istanze difensive: obiettivo è eliminare la prova principale dell’accusa, cioè l’esame del Dna che collega Bossetti a Yara. La difesa ha chiamato più di 700 persone, un centinaio la Procura. Lui da sempre si dice innocente.

In alto la storia di Yara Gambirasio.

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1 Comment
  1. Mi auguro che la giustizia sia giusta ed equa anche nei confronti dei genitori della ragazza uccisa speriamo bene ciao

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