Poldo ha 15 mesi e pesa 22 chili. È in forma, allegro e vivace. «Anche troppo» commenta Carla, la sua mamma adottiva. Peccato che le era stato promesso che sarebbe arrivato a 5-6 chili al massimo. Come tanti suoi simili, Poldo arriva da un rifugio del meridione, in uno dei tanti viaggi della speranza, tutti da sud a nord, anche per i cani. Carla, insieme ai suoi due figli, lo ha scelto guardando una fotografia, dove un cucciolone dolce e peloso la guardava con attenzione.

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Adottare un cane, i consigli per non sbagliare
Una scelta consapevole
I controlli pre-post affido

Ovviamente lo avevano voluto i bambini, è un classico: «Mamma mamma prendici un cane!», ripetuto qualche centinaio di volte ha avuto il suo risultato. Non che sia stato semplice: uno dei gestori del canile di partenza ha voluto sapere tutto della famiglia ed è pure arrivato di persona a controllare la casa, una villetta a schiera in Brianza, portando la scheda di adozione da firmare, piena di doveri. Ed è poi tornato a vedere come stesse il cucciolo. Queste procedure un po’ burocratiche si chiamano «controlli pre e post affido», servono a controllare le condizioni dell’abitazione e la serietà delle persone, e pure la loro pazienza.

Piccolo «grande» amore

«Certo, io ho sottoscritto tutti gli impegni – racconta Carla che lavora e fa la pendolare, come suo marito – ma avevo chiesto un animale di piccola taglia, più gestibile praticamente, in macchina, nei negozi, negli uffici, ecc., e loro mi hanno assicurato che così sarebbe stato». A ripensarci, molti amici l’avevano avvisata, vedendo la foto: «Con quelle zampotte, mi sembra difficile che non cresca parecchio…». Poldo ora è il terzo figlio, ovvero il quarto maschio della famiglia, tutti lo amano alla follia e non vorrebbero tornare indietro. Però, come dice Carla, «con tutti i cani abbandonati che ci sono al sud, non potevano darmene uno piccolo?».

4 aprile 2018 (modifica il 5 aprile 2018 | 10:33)

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