Vita da Cani960La domanda è semplice: quanti soldi siamo disposti a spendere per la salute e la felicità del nostro cane? Chi, come me, ne ha uno sa benissimo di cosa parlo e anche che la risposta alla domanda di cui sopra tende all’inquantificabile, all’infinito. L’anno scorso l’American Kennel Club ha calcolato che la spesa media per proprietario di singolo animale è di 2500 dollari all’anno. E non si tratta solo di cibo e vestiario, categoria che già contempla un’offerta talmente vasta che fa sorridere: maglioncini, cappotti, cappellini, guanti o scarpette salvazampe, tutù in tulle e perfino magliette in carissimo cotone biologico (a New York si trovano da Trixie + Peanut, 3 East 20th street), da riporre poi in un apposito miniarmadio per quattrozampe. Non mancano nemmeno impermeabili, abiti da sposa (smoking per lui, abito bianco per lei), stivali per la pioggia, collari di ogni forma, misura e materiale, cucce a baldacchino o a forma di ciambella, soffici lettini con fantasie animalier o a pelle di mucca (in vendita da Bitch in Merrick road).

In città ricche come New York dove il rapporto uomo-pet sfiora ormai la proporzione di 1:1, ovvero dove tutti ma proprio tutti – giovani, vecchi, ricchi, bianchi, afroamericani, latini – hanno un cane, la vera differenza la fanno i servizi. Dove lasciare, per esempio, il cucciolo quando si è al lavoro o quando si va in vacanza? Una soluzione è il sito Dogvacay che funziona come un airbnb per cani: ci si iscrive, si sceglie il dogsitter più adeguato alle proprie esigenze, lo si incontra preventivamente e poi si prenota.

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Quando il cucciolo torna a casa, sul sito si lascia una recensione per valutare l’esperienza. Altro livello per il D Pet Hotel a Chelsea, con sedi anche a Los Angeles e in Texas, albergo luxury for dogs only.

I servizi vanno dalla suite con lettone matrimoniale e coperte morbide per far sentire il cane a casa alla spa con servizio di manicure, o meglio “pawdicure”, fino al servizio taxi che a bordo di una auto di lusso – si possono richiedere Ferrari, Lamborghini, Porsche e Rolls-Royce – viene a casa a prendere il quadrupede e lo porta in hotel. Può mancare il cuoco canino personale? No, certo, e su richiesta prepara pappe biologiche degne di un ristorante stellato. Se il migliore amico dell’uomo è il cane, il migliore amico del proprietario di cane è il dog walker. Vista l’enorme richiesta, a Manhattan è diventata la figura professionale più ricercata, più del medico, del dentista e della baby sitter, tanto che una delle più grosse disgrazie che possa capitare a una famiglia è essere abbandonata sul più bello da un dog walker fidato.

Sì, perché pur essendo molto amati, a New York nei ristoranti e in molti negozi i cani non possono entrare, rendendo la logistica degli spostamenti un po’ complicata, soprattutto d’inverno quando le uscite col cane non possono essere abbinate ad altre attività sociali. D’estate va meglio, anche grazie a una legge passata giusto lo scorso giugno: ora i cani sono benvenuti anche nei ristoranti, a patto che stiano seduti nei dehors.

I luoghi di socializzazione d’elezione rimangono comunque i parchi. A Central Park i cani si possono lasciare liberi solo al mattino prima delle 9 e dopo le 9 di sera fino alla chiusura, e solo in una specifica area. Per le altre ore ci sono apposite zone recintate, i “dog run”, dove possono scorrazzare senza guinzaglio. Esattamente come le scuole per i bambini, i dog run possono essere pubblici e gratis (e quindi sporchini e mal tenuti) o privati e a pagamento (e quindi più puliti e ottimamente frequentati; in quello del West Village è facile incontrare le celebs che abitano in zona, da Juliette Lewis a Glenn Close, fino a Sarah Jessica Parker). Oltre a far socializzare i quadrupedi, il dog run è il luogo dove i padroni si scambiano dritte fondamentali. Io, che con il mio jack russel Ugo, frequento quotidianamente quello di Madison Square Park, nel Flatiron District, ho appreso lì dell’esistenza di un famoso “dog whisperer” dell’East Village.

Nessuno sa esattamente come si chiami e da dove arrivi ma, come nella migliore tradizione delle leggende metropolitane, tutti sostengono che abbia doti magiche e che in due sedute riesca a far tornare l’appetito anche al cane con i peggiori disordini alimentari del mondo. Di fronte a un servizio come questo, la ragazza che parcheggia il suo mini truck sotto casa e offre shampoo e toilette per il cane mentre fai la spesa e vai in lavanderia, passa quasi in secondo piano.

(Ha collaborato Sabrina Fallea) Simona Siri, Vogue Italia, dicembre 2016, n.796, pag.102

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