Riceviamo e pubblichiamo lo sfogo di una cittadina di Castelfiorentino. Isabella Giglio infatti intende portare sotto gli occhi di tutti la situazione increscoisa con cui si è trovata costretta a convivere negli ultimi tempi: il suo cagnolino è stato vittima di violenze da parte di alcune persone, come si può leggere di seguito.

“Come amante e proprietaria di animali da affezione fin dall’infanzia, mi trovo a scontrarmi ultimamente con una realtà sempre più complessa che non mi permette di percorrere o passeggiare con il mio cagnolino indisturbata per tutte le vie del paese.  Non tutti possono dimostrare un’empatia, una sensibilità, una conoscenza specifica sull’argomento ma l’urgenza della mia richiesta di attenzione è rappresentata dal difficoltoso aggravarsi dello scambio interculturale, in quanto per alcuni ‘gli animali sono colpevoli di essere inferiori, e in quanto tali oggetto legittimo di violenza oppure ‘i cani sono uomini reincarnati bestie per punizione divina, per essere stati malvagi nella vita precedente’.

Su questa convinzione la violenza verso gli animali, non solo è considerata normale, perfino dovuta, se non addirittura un gioco o un divertimento. Essendo donna, vengo pesantemente offesa insieme al cagnolino che accompagno, con una violenza sempre più crescente, tanto che per proteggere l’incolumità del mio cane e non trovarmi invischiata in spiacevoli alterchi, sono costretta ad evitare alcune zone del paese, così come altre donne che mi hanno riferito le rispettive esperienze.
Proprio i bambini sono addirittura incoraggiati ad agire violentemente contro gli animali. Mi è capitato che un bambino spingesse in direzione del mio cane la bicicletta, prima di correre dalla madre; per pura fortuna si è evitato il peggio. Gruppi di soggetti che inveiscono contro la proprietaria di cani imponendole di andare via da luoghi pubblici e di non tornarci più.

Il caso limite che sono stata costretta a subire in prima persona venerdì 26 maggio, è l’ennesimo campanello d’allarme: Un bambino corre per 10 metri per raggiungere il mio cane, che se ne stava pacificamente per i fatti suoi, e si mette a colpirlo. Ai giardini pubblici. Nessuno degli adulti che lo accompagnava ha tentato di impedirlo, né si è preoccupato di richiamarlo.  Sono intervenuta immediatamente e ho evitato lesioni al mio piccolo Elvis, mentre il bambino si giustificava: ‘Ma è il cane’ come se picchiare un cane fosse perfettamente normale, perfino giusto.

L’ho sgridato dicendo che non si picchiano i cani. Non ho ricevuto scuse da parte degli adulti da cui era accompagnato il bambino, nessuno di loro si è preoccupato di chiedermi se il bambino avesse causato danni al cane, bensì sono stata intimidita da vari soggetti: una donna sulla settantina, una giovane e un uomo. Cacciata tra molte invettive e minacce.

Quando ho risposto che ero libera di circolare dove volevo, e che se non mi avessero lasciata in pace avrei richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, sono stata sbeffeggiata di chiamare pure, che tanto non avrebbero potuto fare niente, perché il bambino era libero di fare quello che voleva senza conseguenza alcuna in quanto bambino. La madre ha minacciato in modo molto chiaro di prendere il cane a calci e buttarlo per strada.

Così i Carabinieri alla fine li ho chiamati, ma mi è stato spiegato che non c’erano i presupposti per una denuncia, sebbene avrebbero provveduto a prendere le generalità dei soggetti coinvolti quando me ne fossi andata. E li ho chiamati anche in inverno, quando ho protestato con un altro, di bambini, perché faceva versi di scherno per impaurire il cane che stavo portando a passeggio. Senza la minima preoccupazione ha continuato la sua opera per suscitare le risa dei giovanotti che erano con lui. Nessuno si è scusato, magari col pretesto che si trattasse solo di uno stupido scherzo infantile. Tutt’altro: mi sono ritrovata oggetto di gravi insulti dall’intero gruppetto e – tanto per cambiare – l’ordine di andarmene via e di non tornare più lì.

Per tutti questi motivi credo di aver ragione di chiedere come devo difendere i miei animali e me stessa in queste circostanze e chi sia l’autorità referente e in condizione di intervenire con prontezza ed efficacia in favore dei diritti degli animali e miei”.

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