Viaggiare all’estero è facilissimo nonché divertente, ma viaggiare all’estero in compagnia del proprio animale domestico è una missione che richiede attenzione e capacità di misurare sempre le esigenze dei nostri cuccioli. E non si fa tanto per dire: gli animali possono soffrire  di stress e depressione, soprattutto quando vengono spostati dal proprio territorio per affrontare un viaggio verso lidi sconosciuti. Questo perché, per un cane, la propria casa ed il proprio quartiere rappresentano l’unico mondo conosciuto: affrontare viaggi per lunghe tratte equivale a sconvolgerlo. Purtroppo, però, non sono queste le vere difficoltà di un viaggio in compagnia di un cane o un gatto, quanto piuttosto tutte le problematiche di logistica legate al trasposto dell’animale stesso.

Spostare un cane o un gatto da una città all’altra, in apparenza potrebbe sembrare una operazione facile o banale: basta prendere una gabbia per la macchina o un trasportino, oppure prenotare un posto in stiva in aereo o una locazione altrettanto idonea in treno. E nel mentre l’animale, con tutta probabilità, uscirà fuori di senno, sentendosi abbandonato e non capendo cosa stia succedendo. Per questo è sempre meglio affidarsi a società specializzate nel trasporto dei cani all’estero come blisspets.eu, le quali – grazie alla presenza di specialisti del settore – sapranno sempre come mantenere intatta la psiche e l’umore dei cuccioli, trattandoli come ospiti privilegiati. Inoltre, scegliendo questa opzione avrete anche specialisti che vi eviteranno problematiche burocratiche, come ad esempio quelle relative alle taglie dell’animale e alla scelta del trasportino, da affrontare quando ci si rivolge ad una compagnia aerea che accetta animali a bordo, come Meridiana, Vueling e Blue Air.

Ma i pensieri non finiscono certamente qua. Questo perché non tutte le vacanze sono adatte per i nostri animali domestici: non solo per una questione legata propriamente alle attività e agli svaghi proposti da una certa meta internazionale, ma anche per una questione di sicurezza. Non tutti i paesi, infatti, accettano l’ingresso di certe razze canine entro i loro confini: ad esempio, in Danimarca non accettano i Dogo argentini ed i Pitbull, mentre in Francia non è consentito il passaggio alle dogane dei Terrier, dei Boerbull Mastiff e del Tosa Inu. La stessa cosa avviene in Inghilterra, dove nemmeno i Rottweiler sono ammessi nel paese. Le motivazioni? Legate soprattutto alla tipologia di razze (alcune definite “da combattimento”) e dunque per una questione di mera sicurezza. Al top del “proibizionismo canino”, però, troviamo la Cina, che vieta persino i Dalmata.

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