Quante volte nel nostro intercalare quotidiano ci è capitato di dire “fa un freddo cane”?

Ma perché si dice così? Sembra siano stati gli Eschimesi i primi ad utilizzare questo modo di dire in quanto accoglievano i cani i casa quando faceva molto freddo. Usavano dire: “oggi fa un freddo cane” oppure “Oggi fa freddo per due cani”. Il significato di questo modo di dire era legato al numero di cani che gli eschimesi accoglievano nella propria tenda o nel proprio igloo o addirittura nel letto per combattere e sopportare meglio il grande freddo.

Molti sono convinti che voglia simboleggiare il fatto che solo i cani possono sopportare e sopravvivere al freddo intenso. Ma perché questa convinzione? Sappiamo tutti che i cani hanno freddo, e che anche loro necessitano di un posto riparato durante le temperatura invernali, se parliamo poi di certe razze non sopravviverebbero a certe temperature per lungo tempo. La convinzione viene dal passato, un passato purtroppo neanche troppo lontano, quando i cani venivano lasciati sempre fuori casa soprattutto per far la guardia contro i mal intenzionati e quando ancora non erano considerati animali domestici. Ecco così che i cani si trovavano ad essere costretti a sopravvivere ai freddi invernali e alle intemperie. Per fortuna ora le cose sono cambiate, ma ancora oggi vediamo a volte cani abbandonati in gelidi giardini durante il periodo invernale. Oltre all’isolamento sociale che è la forma di maltrattamento più ignorata anche quella di lasciarli senza ripari dalla neve, dal freddo e dalla pioggia è una forma di maltrattamento da segnalare alle guardie zoofile o alle autorità competenti.

Questa è la versione più triste e sconsolata del famoso detto, ma io preferisco quella degli eschimesi.

E lo stesso vale quando si dice “solo come un cane”. Il cane è un animale sociale e ha bisogno di stare insieme alla sua famiglia umana e interagire con essa. E’ per questo che il detto “solo come un cane” viene dalla stessa origine del precedente detto, cioè dall’osservazione di un cane tenuto isolato, lontano dai propri simili, e diventa sofferente e bisognoso di compagnia perché il cane è come l’uomo un animale sociale.

C’è un’altra storiella più carina che riguarda il naso freddo dei cani. Quando Noè costruì la famosa arca salì per ultimo insieme al suo cane e chiuse la porta. Visto che tutti i posti erano occupati dagli altri animali si mise a sedere vicino alla porta, ma c’era uno spiffero assai freddo e Noè rabbrividiva e tremava ogni volta. Allora il suo fedele cane fece cambio posto mettendosi lui vicino allo spiffero al posto di Noè. Lo spiffero freddo raffreddò così il naso del cane e da allora tutti i cani ebbero il naso freddo, in onore del cane che si sacrificò per Noè.

Monica De Stein

Associazione Compagni di vita

Centro cinofilo Castrocaro Terme

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