BOLOGNA – Fanno un lavoro preziosissimo, faticoso e impegnativo. Eppure per loro è tutto un gioco. Non indossano la divisa, ma sono a loro modo agenti speciali. Si chiamano Vasco, Anubi, Axel, Apache e Grey, e sono i cinque cani antidroga della polizia Municipale di Bologna. Cinque talenti nello scovare stupefacenti un po’ ovunque, ma specialmente nei parchi e nelle zone calde dello spaccio sotto le due Torri: la Montagnola e la Bolognina.

Sono l’incubo degli spacciatori. La loro presenza in giro è già un deterrente, ma chi osa sfidarli sa che rischia grosso, perché il loro fiuto è infallibile: riescono a trovare la marijuana anche quando il suo odore viene confuso e alterato con acqua di colonia, o le piccole quantità vengono nascoste sotto cumuli di foglie secche. Nel corso del 2017 hanno permesso il recupero di 8 chili di sostanze tra hashish, marijuana e cocaina, nel corso di un centinaio di interventi: il doppio di quanto erano riusciti a fare nel 2016, segno che il loro impegno e le loro abilità crescono col passare del tempo.

Qua la zampa agente: in azione i cinque cani antidroga di Bologna, l’incubo degli spacciatori
Per loro, spiegano Comune e Municipale, andare a caccia di droga non è fatica, ma divertimento. A tal punto che quando capita di non trovarne si sentono frustrati. “Se vado fuori con Apache per una settimana e lui non trova nulla, non trova soddisfazione e si sente frustrato – spiega il conduttore del cane – e non possiamo né vogliamo che questo accada”. Per questo in un campo dietro al poligono di tiro di via Agucchi è stata attrezzata una zona in cui allenare i quattrozampe: non viene nascosta della droga, ma – ed è una tecnica usata da pochi corpi della Municipale in Italia – sono piccoli tubi di polipropilene con dentro aromi artificiali a simulare l’odore delle sostanze stupefacenti.

A lavorare con i cinque cani sono sei vigili, quattro uomini e due donne. Vivono in compagnia degli agenti quattrozampe 24 ore al giorno, perché il vigile cinofilo ha l’onere e l’onore di accudire, addestrare, nutrire e curare il suo cane giorno e notte, ospitandolo a casa propria. Quando il cane, di norma all’età di 10-11 anni, va “in pensione” perché il suo fisico non riesce più a tenere i ritmi dei servizi da coprire, in un certo senso va in pensione anche la specialità del suo agente

perché, se non può permettersi di ospitare a casa un secondo animale, allora deve cambiare mansione all’interno del Corpo. “Il nostro servizio non finisce mai – raccontano i vigili cinofili, che percorrono quotidianamente almeno 6 km coi cani – ma non ne sentiamo il peso. Non ci separiamo mai dai nostri cani, giorno e notte, ma è quello che vogliamo. Siamo fortunati perché sentiamo di fare il più bel mestiere del mondo”.

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