Lunedì, 15 Febbraio 2016 14:41
I dipendenti del macello Italcarni hanno chiesto di patteggiare. I veterinari della Asl il rito abbreviato.
Al processo iniziato venerdì scorso, i tre dipendenti della Italcarni di Ghedi (Brescia) hanno chiesto il patteggiamento pari a 1 anno e otto mesi per due di loro e a 1 anno e dieci mesi per il terzo. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’amministratore unico non avrebbe negato il trattamento riservato agli animali, mostrato in alcune riprese nelle mani degli inquirenti. La sua richiesta di patteggiamento sarà valutata successivamente, così come l’altro aspetto della vicenda legato alle accuse di contaminazione delle carni. Determinanti nelle indagini si sono rivelati i filmati delle telecamere installate nel mattatoio su disposizione della procura. Le immagini mostravano animali all’ingresso dello stabilimento non deambulanti scaricati e spinti con trattori o muletti, trascinati con catene e spinti con forconi.
Nel corso dell’udienza preliminare hanno invece chiesto di essere processati con rito abbreviato- condizionato all’escussione dei consulenti di parte- i due veterinari dell’Asl di Brescia accusati dei mancati controlli. Per La loro udienza è fissata al 22 aprile.
Ammesse dal giudice cinque parti civili: oltre al Comune di Ghedi, si sono costituite Lav (Lega antivivisezione), Lac (Lega anticaccia), Animal Amnesty e Adiconsum. Gli imputati devono rispondere a vario titolo di maltrattamenti sugli animali, adulterazione alimentare, falso e violenza a pubblico ufficiale.
Il macello di Ghedi fu sequestrato per maltrattamenti sugli animali e carne contaminata. Le lesioni cagionate agli animali, secondo l’Istituto Zooprofilattico di Torino, erano all’origine di gravi infezioni. Secono i legali dello stabilimento, le carni consumate non avrebbero creato conseguenze per la salute pubblica.
Sulla vicenda il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha istituisto una task force ispettiva.
Foto: ambientequotidiano.it