Venerdì, 19 Febbraio 2016 13:50

Falcor‘Tutti gli animali sono definitivamente in salvo’. L’associazione IHP informa vicenda di Colleferro, “il più grande sequestro di equidi mai fatto in Italia e uno dei più grossi al mondo”.

Ieri mattina si è ufficialmente conclusa la vicenda del sequestro di Colleferro, in provincia di Roma.  A riferirlo è un comunicato di Italian Horse Protection (IHP) che ha gestito le operazioni sul campo in favore degli animali (soccorsi, prime cure, identificazioni, ricerca di affidatari, trasferimenti, ecc.) e la raccolta di oltre 65.000 euro di fondi. Si tratta, riferisce IHP, di una “operazione senza precedenti nel nostro Paese”. Per la prima volta hanno lavorato insieme sul campo Associazioni (IHP, Rifugio degli Asinelli, ENPA, Legambiente), Forze dell’Ordine (NAS, Forestale, Polizia, Carabinieri) e Istituzioni (Ministero della Salute, Asl, Istituto Zooprofilattico).

Da gennaio 2013, più di 200 equidi sequestrati– Il sequestro ha coinvolto 222 equidi (di cui 22 sono morti prima o durante le operazioni) in un’area di centinaia di ettari tra i comuni di Colleferro, Segni, Valmontone, Gavignano e Paliano. IHP si è fatta carico della gestione dei cavalli (158 cavalli e pony: alcuni affidati a privati e associazioni, altri provvisoriamente al Corpo Forestale dello Stato e altri trasferiti presso il nostro Centro di recupero., mentre il Rifugio Degli Asinelli Onlus si è occupato degli asini, muli e bardotti, circa 42 soggetti in tutto. Il sequestro è iniziato in pieno inverno, a gennaio 2013. Gli ultimi cavalli  sono stati sequestrati dopo oltre un anno dall’inizio delle operazioni. Successivamente al sequestro sono nati 34 puledri, mentre 18 cavalli sono deceduti dopo l’affidamento, quasi tutti a causa delle conseguenze delle prolungate sofferenze.

L’iter giudiziario- “E’ stato lungo e complicatissimo- riferisce la nota di IHP- i legali del proprietario degli animali hanno chiesto e ottenuto da Tribunale che venisse riconosciuto incapace di intendere e di volere, evitando così la condanna. Non solo: tecnicamente, questo passo avrebbe invalidato il sequestro preventivo, col rischio di dovergli restituire tutti gli animali. Italian Horse Protection ha comunque  continuato a seguire il procedimento penale ed è stata avviata anche una causa civile contro la famiglia del proprietario, chiedendo i danni per entrambe le associazioni per tutte le spese sostenute. Alla fine è stato raggiunto un accordo fra le parti che ha evitato la restituzione degli animali e in base al quale- “anche se non è il 100% del nostro obiettivo dichiara Sonny Richichi di IHP- ” noi rinunciamo a chiedere i danni e loro rinunciano a vantare diritti sugli animali”-. L’Associazione ricorda di avere ricevuto da Procure e Ministero l’incarico di gestire gli affidamenti, i ricoveri in clinica, i controlli sugli affidatari.

L’esito finale- “Da oggi siamo ufficialmente responsabili di ben 161 cavalli e pony provenienti da quel sequestro. Che si vanno ad aggiungere ai 62 del nostro Centro di recupero e ai 18 affidati da IHP e provenienti da altre situazioni” riferisce il comunicato di IHP, che ringrazia tutti coloro, istituzioni e privati, che hanno avuto un ruolo in favore dei cavalli, fra cui  ll’Unità Operativa Tutela Animale del Ministero della Salute, che ha coordinato il sequestro,la Clinica Universitaria di Perugia diretta da Marco Pepe e alla Clinica Il Ceppo di Monteriggioni, le aziende farmaceutiche per la fornitura di alcuni medicinali,  l’APA di Frosinone per la fornitura dei microchip (il 95% degli equidi sequestrati non era identificato), l’Istituto Zooprofilattico Lazio e Toscana per gli esami di laboratorio e la ASL di Frosinone, Distretto di Anagni, per la collaborazione.

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Nella foto IHP uno dei cavalli del sequestro

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