In Inghilterra li chiamano «Nannie dog» per via del loro carattere affabile soprattutto nei confronti dei bambini. Sono i Boxer, una razza di cani che, al contrario di quanto la loro stazza possa suggerire, sono estremamente docili e giocherelloni. Risale a pochi giorni fa la notizia che a Casalnuovo, in provincia di Napoli, un Boxer abbia azzannato a una gamba un bambino, mandandolo in ospedale. Trattasi di un cane pericoloso? «Come dico sempre non esistono cani buoni o cattivi ma buoni o cattivi padroni», dice Alfonso Velardi, addestratore Enci. Velardi è il titolare del Centro Cinotecnico Campano di Casaluce, uno dei più grandi in Campania. In tutta la sua attività di cani ne ha visti tanti ma per lui quello certamente più affidabile è il Boxer.
 

«Hanno un bel carattere sempre gioioso – spiega – e l’aspetto di eterno bambino con gli occhi sporgenti, il muso corto e la voglia di giocare sempre anche da adulti. È davvero insolito che possano aggredire qualcuno». Ne è convinto anche Giuseppe Coppola, dell’Associazione Boxer Club Italia, Gruppo Arechi. «È una razza al massimo da difesa -spiega – non è affatto pericolosa. Noi ci impegnamo ad allevarli in maniera equilibrata. Quello che è successo al bambino di Casalnuovo è un episodio certamente spiacevole ma che ha sicuramente come causa una cattiva gestione del cane da parte del padrone». L’allevatore spiega che se il Boxer non segue una linea gerarchica, morde o per paura o perchè si sente violato nel suo territorio. Se non ha mai socializzato ed è sempre stato incatenato diventa aggressivo. «È il proprietario che ci deve pensare. Anche un meticcio potrebbe essere aggressivo. Non è una questione di razza ma dell’educazione che il cane ha ricevuto dal suo padrone».

Anche Velardi si spiega lo spiacevole episodio per una cattiva gestione dell’animale da parte del padrone e aggiunge che i cani, come gli esseri umani, sin da piccoli possono vivere traumi se maltrattati. «Sta succedendo sempre più spesso che cani di razza vengano comprati dall’Est Europa – dice – vengono strappati alle madri troppo piccoli, imbottiti di antibiotici e poi venduti in Italia a pochi soldi. Gli viene negata la fase della sensopuppy, del contatto con i genitori, non imparano la gerarchia e la socializzazione di branco. Se sopravvivono ai primi mesi di vita nel 90% dei casi poi saranno cani aggressivi. Per questo è importante prendere cani in adozione nei centri specializzati e di fiducia».

L’addestratore lancia un appello: «Ogni padrone dovrebbe avere un patentino per il proprio cane». Velardi con le associazioni cinofile stanno infatti spingendo anche l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana affinchè lo Stato possa istituire l’obbligatorietà di tale qualifica. «Tutti i cani hanno bisogno di un patentino – spiega – Cane da cucciolo, educato in un centro specializzato da addestratori qualificati che non solo conoscono le razze, sono esperti di etologia, che siano specilisti che possano indicare il tipo di cane adatto ad ogni famiglia. Non è detto che qualsiasi cane sia adatto a ogni tipo di padrone». 

Venerdì 31 Agosto 2018, 19:48
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