TORINO – Importavano cuccioli di cane e poi li rivendevano, con documenti falsi, spacciandoli per animali allevati sul territorio cuneese. Il traffico di cuccioli e di denaro riciclato che collega la provincia della Granda all’Ungheria è stato scoperto dai carabinieri forestali di Cuneo che, coordinati dal procuratore capo Francesca Nanni, hanno fermato una banda che importava centinaia di cuccioli. A mettere in comunicazione il Piemonte all’est Europa era Danilo Marusic, trafficante goriziano. Era lui a fare da mediatore tra i membri italiani dell’organizzazione e i venditori di cani all’estero. Animali tenuti in pessime condizioni, spesso malati che arrivavano in Italia per essere poi venduti in negozi specializzati o allevamenti. Oltre a Marusic, per il quale è stata chiesta una rogatoria internazionale, sono finiti nei guai un medico veterinario di Busca e tre allevatori di Cuneo e altre 16 persone.

Le accuse sono a vario titolo traffico internazionale di cuccioli per cui sono previste pene fino a un anno di carcere e 15mila euro di multa, e autoriciclaggio per cui si rischia fino a otto anni, ma anche maltrattamento di animali, frode in commercio ed esercizio abusivo della professione medica, sostituzione di persona e falso ideologico. I militari del nucleo investigativo forestale erano partiti proprio dalle segnalazioni di alcune famiglie che avevano acquistato un animale nel Cuneese scoprendo poi che il cucciolo appena arrivato in famiglia era malato o aveva gravi disturbi comportamentali, causati dallo stress di un viaggio terribile a bordo di furgoni, senza cibo e senza acqua, e dal distacco precoce dalla mamma.

Le indagini erano cominciate nel 2016 e sono durate quasi due anni e hanno permesso di ricostruire tutti gli anelli della catena criminale. Le conversazioni dei trafficanti sono state intercettate e nel corso dell’indagine sono state eseguite almeno 30 perquisizioni negli allevamenti e nelle case degli indagati. Ieri, quando con un ultimo blitz sono state eseguite le misure cautelari, sono stati sequestrati 60 cuccioli di labrador, basset hound e maremmani. Ora i cuccioli sono stati affidati all’associazione Lida e saranno dati in adozione. Gli investigatori hanno individuato anche i corrieri italiani del traffico di cuccioli. Per confermare quello che avevano scoperto, la procura ha disposto anche una perizia affidata all’Istituto zooprofilattico di Torino che, con l’esame del dna, ha confermato che i cuccioli non provenivano dall’allevamento cuneese indicato sui documenti falsi.

7 luglio 2018 | 13:11

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