È a Volpiano, alle porte di Torino, la scuola nazionale delle squadre cinofile dei Vigili del Fuoco. Un matrimonio, quello che tra cani e pompieri che nasce nel 1939, prima della guerra mondiale e poi ritorna negli anni ’90, proprio a Volpiano, dove prende corpo l’idea di usare i cani come aiutanti  dei vigili durante i lavori di salvataggio. Da qui passano tutti i gruppi cinofili di tutta Italia, dove vengono addestrati e “verificato” ogni due anni. Hanno studiato qui i cani che hanno salvato le vittime da sotto la slavina che ha travolto l’hotel Rigopiano o dalle macerie dei terremoti degli ultimi anni. “I bambini sotto la neve sono stati ritrovati dai nostri cani” raccontano i vigili del fuoco. 

La scuola è situata in un’area concessa in comodato d’uso dal Comune di Volpiano dal 2008, non senza difficoltà perché “per ogni autorizzazione rischi che ti venga imputato il danno erariale” fa notare il sindaco della cittadina Emanuele De Zuanne che ha mostrato la scuola al presidente Sergio Chiamparino. 
 “Servirebbero i garage per proteggere mezzi e animali dal sole durante alcune delle attività di addestramento” prosegue il sindaco e serve un impegno del ministero dell’interno “questa è una grande eccellenza italiana quasi sconosciuta che si deve valorizzare e far conoscere perché nelle tragedie il lavoro dei cani è spesso fondamentale per salvare vite umane”. 

Qui Ester, Grisù, Larcos e Vichy insieme ai loro colleghi vengono addestrati tutto l’anno e a tutte le attività di salvataggio. Ogni settimana passano da qui una trentina di unità, circa 150 cani all’anno. L’addestramento di un cane da salvataggio dura 9 mesi e riguarda numerose attività. 
C’è un campo di macerie, con 45 nascondigli, dove gli animali imparano a cercare i corpi sotto frammenti di case e palazzi. “Per il cane l’addestramento è un gioco, riceve come premio una pallina, e non cibo perché spesso è presente nei crolli e potrebbe compromettere l’attività dell’animale – spiegano gli esperti – il cane è un compagno di lavoro per i vigili del fuoco e il loro è un rapporto basato sull’amicizia e sulla collaborazione quotidiana”. I cani vengono progressivamente abituati a riconoscere l’effluvio umano, indipendente dalla persona che devono cercare “perché noi non sappiamo chi c’è sotto la macerie e i cani devono essere educati a riconoscere gli effluvi di persone in vita

o appena decedute” spiega Antonio Tasso, comandate dei cinofili. Sul campo di addestramento c’è anche un elicottero dismesso che serve per insegnare ai cani a non spaventarsi per il rumore e imparare a scendere e salire dal velivolo per normalmente invece li spaventa e che spesso viene usato per raggiungere i luoghi delle tragedie. C’è un pozzo di otto metri per le attività in profondità e poi ci sono le aree per l’addestramento da esplosivo.  

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