Vi siete mai chiesti come mai già alla prima visita del vostro cucciolo o gattino tra i vari argomenti prettamente pediatrici venga affrontato il tema della sterilizzazione per le femmine e quello della castrazione per il maschio? Ebbene in questo articolo troverete la risposta, poiché tratteremo delle patologie dell’apparato genitale tipiche dei soggetti anziani e della possibilità di prevenirle sia in età pediatrica che adulta.
Nei soggetti anziani le patologie riproduttive passano spesso inosservate e vengono individuate dal proprietario quando si trovano ad uno stadio abbastanza avanzato. I segni di patologia riproduttiva infatti non sono sempre legati all’organo genitale in se, ma sono ricorrenti, soprattutto nelle femmine, anche sintomi legati al sistema urinario, digerente, endocrino.

Per questo motivo a volte il proprietario sottovaluta questo tipo di problematica. Per agevolarvi in questo arduo compito verranno elencati una serie di segni importanti da considerare come campanello d’allarme per le patologie riproduttive.

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CALO DELLE ATTITUDINI RIPRODUTTIVE: nella cagna e nella gatta non esiste una vera e propria menopausa, però si è notato che dopo i 7 anni d’età possono comparire una serie di disturbi che suggeriscono che al di là di questo limite è sconsigliabile farla riprodurre. Infatti oltre i 7 anni si può assistere ad un aumento dei parti distocici (difficoltosi, dove è necessario l’intervento del medico veterinario), aumento della percentuale di mortalità embrionale e perinatale, malformazioni congenite.
Anche nel maschio anziano si assiste ad un calo della capacità di fertilizzazione da parte degli spermatozoi che con l’avanzare dell’età diventano sempre più displasici. Questo può portare alla nascita di soggetti disvitali o malformati a causa dell’elevata probabilità di errore genetico. Nel cane anziano si può assistere inoltre ad un calo della libido dovuto a disfunzioni riproduttive o ad altre patologie come quelle cardiorespiratorie o altre patologie particolarmente debilitanti dove lo sforzo necessario perché avvenga l’atto sessuale non può essere raggiunto a causa della forma fisica notevolmente compromessa. Per questo motivo l’età massima di riproduzione nel cane maschio e nel gatto maschio deve essere intorno agli 8 anni.
SCOLO VULVARE POST-CALORE: spesso nelle femmine intere, ed in particolare nella cagna, si può notare la presenza di uno scolo vulvare più o meno brunastro ed edema (ingrossamento) della vulva a distanza di circa due settimane dalla fine del calore. Questo segno deve essere sempre considerato come anomalo poiché può essere sintomo di patologie ovariche o uterine piuttosto importanti. Tra queste ricordiamo l’iperplasia endometriale cistica dove la mucosa uterina sotto influenza ormonale sviluppa delle cisti di circa 5 mm colme di un liquido sieroso che può infettarsi in seguito ad ingresso di batteri. Se questo avviene le cisti si rompono e il loro contenuto si riversa interamente all’interno dell’utero e l’infezione secondaria porta all’evoluzione in piometra ovvero accumulo di vero e proprio pus.

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Il pus di colore giallastro-rosato può fuoriuscire dalla rima vulvare solo se la cervice è aperta. Al contrario, non potendo essere drenato, continua ad accumularsi all’interno dell’utero che può raggiungere notevoli dimensioni fino a rompersi e provocare una peritonite a volte letale. Nei casi di piometra chiusa le tossine rilasciate dai batteri morti inducono aumento della sete, aumento della minzione, nonché febbre, vomito e abbattimento. In questi casi trattandosi di femmine anziane che non sono più in grado di riprodursi si consiglia l’ovarioisterectomia, ovvero l’asportazione di utero ed ovaie, dopo avere stabilizzato le condizioni generali con fluidoterapia, antibioticoterapia e antipiretici.
A volte anche le cisti ovariche o le neoplasie ovariche possono indurre scolo vulvare, ma più raramente.
NEOFORMAZIONI MAMMARIE NELLA FEMMINA: nelle femmine anziane il 50% delle forme tumorali è costituito dalle neoplasie mammarie con una certa predisposizione di razza.

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Le neoformazioni mammarie possono essere benigne ma anche maligne. In quest’ultimo caso è importante intervenire chirurgicamente il prima possibile se non si evidenziano metastasi a livello polmonare (da valutare nel preoperatorio con una radiografia del torace). Per evitare l’insorgenza di tumori mammari in letteratura si suggerisce la sterilizzazione precoce, in età compresa tra i 6 e i 9 mesi. Infatti il potenziale preventivo della sterilizzazione sembra essere nullo se la chirurgia viene eseguita dopo i 2 anni di età.
NEOFORMAZIONI PELVICHE O VULVARI: a volte è possibile notare la presenza di tumefazioni che sporgono dalla vulva o protrudono a livello prepubico come fossero ernie. Le neoplasie dei genitali esterni e dell’utero si presentano spesso così. Sono per la maggior parte leiomiomi ovvero tumori lisci e ovoidali protrudenti. La chirurgia è la terapia di elezione, dopo avere determinato i margini tumorali tramite TAC ed aver escluso la presenza di metastasi a livello polmonare.
NEOFORMAZIONI TESTICOLARI: nel maschio non è sempre semplice riconoscere la presenza di tumori testicolari. I segni che possono aiutare a individuarli sono l’ipertrofia del testicolo colpito (dove è presennte la neoformazione) e l’atrofia o l’ipotrofia del testicolo controlaterale che subisce la carica ormonale. In corso di neoplasie testicolari si può riscontrare la presenza di endocrinopatie secondarie quali l’ipotiroidismo per inibizione estrogenica del TSH ipofisario e quindi dermatosi.

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In caso di sertolioma (tumore delle cellule del Sertloli) si può riscontrare la presenza della sindrome di femminilizzazione indotta da iperestrogenismo e caratterizzata da un calo della libido, tendenza ad attirare i maschi, ipetrofia delle mammelle ed ipoplasia del midollo osseo con conseguente anemia.
In questi casi la chirurgia è la terapia di elezione dopo aver appurato l’assenza di metastasi polmonari.
PRESENZA DI SANGUE NEL LIQUIDO SEMINALE
: questo segno si associa spesso alle patologie prostatiche. Sotto influenza ormonale (testosterone), la prostata va incontro ad un iperplasia benigna progressiva che può a lungo andare dare problemi urinari, del digerente, del locomotore. La soluzione è di tipo farmacologico e chirurgico con asportazione dei testicoli.
DISFUNZIONI RIPRODUTTIVE DEL MASCHIO SECONDARIE AD ALTRE PATOLOGIE: le affezioni urinarie, quali cistiti, calcolosi etc spesso determinano una modificazione del pH urinario che è in grado di modificare a sua volta la qualità dello sperma. Risolvendo il problema urinario si risolve di conseguenza il problema genitale. A volte una flogosi dei deferenti per cause traumatiche, infettive o compressive possono indurre azoospermia (assenza di spermatozoi nello sperma). Inoltre dopo i 7 anni si assiste ad un naturale calo qualitativo dello sperma per cui è necessario evitare che un soggetto che superi tale età si accoppi.
ECCESSO DELLA LIBIDO NEL MASCHIO: può essere indotta da lesioni neurologiche a livello del pene, iperplasia prostatica, presenza di fecalomi che comprimono le vene pudende che provocano congestione dei corpi cavernosi del pene, infezioni alla vie urinarie, ipertestosteronemia da neoplasia (leydigoma).

Quando una femmina già avanti in età presenta disturbi digestivi o urinari di difficile interpretazione e qualche perdita vaginale, il tutto associato ad irregolarità del ciclo estrale, bisogna immediatamente procedere con indagini mediche accurate per evidenziare un’eventuale neoplasia ovarica o una patologia uterina.
Nel maschio anziano è buona norma sottoporre ad ecografia annuale la zona pelvica per indagare la prostata e la zona perineale per indagare lo stato dei testicoli. E’ inoltre importante non sottovalutare sintomi legati al sistema urinario, digerente e locomotore poiché spesso sono sentinella di patologie genitali importanti.
In conclusione possiamo dire che l’ovariectomia e la castrazione, praticati su soggetti molto giovani o sugli adulti non più adatti alla riproduzione, e i controlli medici periodici costituiscono un’eccellente misura di prevenzione nei confronti delle varie lesioni degenerative e neoplastiche che possono colpire l’apparato genitale.

A cura della dott.ssa Katiuscia Camboni della Clinica Veterinaria Borgarello.

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