anzaldicovaI proprietari dei cani non sterilizzati paghino una tassa comunale. Il deputato Anzaldi ripropone un emendamento già bocciato nel 2013.
Un emendamento alla legge di Bilancio -firmato da tre deputati del PD Michele Anzaldi, Paolo Cova e Ernesto Preziosi– ricalca la proposta presentata nel 2013 dall’On Cova poi giudicata “Sterilizzazioni e randagismo: no alla tassa e no aumento fondi“. Modificando la Legge 281/91 con un articolo aggiuntivo (art. 5-bis-Imposte), la sostanza dell’emendamento-Cova si reggeva sul principio che i proprietari di cani non sterilizzati- fatte salve alcune esenzioni- dovessero compartecipare ai costi pubblici per la lotta al randagismo, in base ad una sorta di responsabilità indiretta alla riproduzione incontrollata.

Secondo Il Fatto Quotidiano, l’emendamento fotocopia dell’On Anzaldi avrebbe superato l’esame di ammissibilità, benché l’iter del Ddl di Bilancio sia ancora piuttosto lungo e le opposizioni abbiano già fatto sentire la loro voce. 

La tassa è comunale e a cadenza annuale ed è istituita da ciascun comune con delibera che dettagli anche i casi di esenzione. Ovviamente “se si procede con la sterilizzazione, certificata dai medici veterinari abilitati ad accedere all’anagrafe regionale degli animali di compagnia – spiega Anzaldi al Fatto– non si sarà tenuti a pagare il contributo”.
Contestualmente,  i  medici veterinari libero professionisti  provvedono alla registrazione dell’avvenuta sterilizzazione nell’anagrafe canina.

Ulteriori esenzioni, esattamente come nell’emendamento Cova- andrebbero a favore di:
cani di proprietà di allevatori professionali
– cani esclusivamente adibiti alla guida dei ciechi e alla custodia degli edifici rurali e del gregge
– cani adibiti ai servizi dell’Esercito ed a quelli di pubblica sicurezza
– cani appartenenti a categorie sociali eventualmente individuate dai comuni”.

Il senso dell’emendamento secondo Michele Anzaldi è che “il randagismo rappresenta un problema sentito dal punto di vista etico ed è anche una questione di carattere economico. Secondo una proiezione dai dati ufficiali esistenti, la gestione dei 750mila cani randagi in Italia costa alle casse pubbliche circa 5,25 miliardi all’anno».

Con un comunicato stampa, ANMVI ha ribadito la propria contrarietà alla proposta.

Sterilizzazioni e randagismo: no alla tassa e no aumento fondi

Sterilizzazioni: agevolazioni fiscali, non tasse punitive
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Disegno di legge: Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019

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