La bellezza, la tenerezza, l’attribuzione di caratteri umani ai nostri animali e la conseguente corsa di genetisti e allevatori a soddisfare questi criteri, dovrebbero porre serie domande e alcune limitazioni a quelli che sono i desideri di chi intende circondarsi dell’affetto di un animale e i suoi diritti a una vita senza sofferenze e senza seri problemi di salute già lungamente prevedibili fin dalla nascita perché insiti nel suo fenotipo (le sue sembianze fisiche). Cerchiamo di spiegare in parole povere un concetto che, a cavallo tra l’etica e la filosofia, potrebbe rischiare di essere complesso ma è invece di semplice comprensione. Vi siete mai chiesti perché i cuccioli (bambini dell’uomo compresi) sono molto più attrattivi rispetto agli adulti? Senza andare a scomodare Lorenz e gli altri studiosi del campo, dal punto di vista scientifico, è intuitivo che un soggetto fragile e alla mercè della forza di chiunque attrae istinti di difesa superiori rispetto a un adulto. Eppure anche un anziano è particolarmente fragile. La risposta sta nelle sembianze e nei tratti che caratterizzano soprattutto il viso (o muso). Un volto arrotondato con due grandi occhi desta maggiori sentimenti di attrazione e affezione, rispetto a un viso magro, affilato con occhi piccoli. Se poi queste sembianze fisiche vengono mantenute anche dall’adulto e se la sua taglia viene compressa fino a poterlo portare in uno zainetto a scuola, ecco che si crea una domanda commerciale potente verso questo tipo di animali e la risposta di genetisti e allevatori non può che essere quella di seguire la moda e sfornare cani che rispondano alle richieste dei futuri proprietari.

Negli ultimi anni i cosiddetti «toy», i cani nanificati e quelli «tamponati» (i brachicefali) si sono affermati in tutto il mondo e stanno in cima alle vendite. Barboncini nani, Boule dogue francesi, Carlini, Cavalier King Charles, Shi-Tzu e altre razze simili hanno conquistato il mercato e i proprietari li vogliono sempre più piccoli e sempre più «tamponati» in modo che mostrino un muso sempre più arrotondato e sempre più piatto con occhi di diametro sempre maggiore, pieghe cutanee ben evidenti e uno sguardo tra il buffo e il malinconico che diventa irresistibile per chi li incontra. La rotondità del muso, più è accentuata più ricorda la rotondità del viso di un bambino.

Fatto sta che c’è un pesante rovescio della medaglia in questa corsa all’umanizzazione delle razze canine e la pagano, in primis, i cani ma anche i proprietari. I veterinari vedono in prima persona gli effetti sulla salute e il benessere del cane, legati all’aumento delle proprietà brachicefale e alla nanificazione delle razze. La British Veterinary Association, in un suo comunicato pubblico ha scritto: «I cani brachicefali non devono essere considerati carini o desiderabili, ma piuttosto predisposti a una vita di cattiva salute e mancato benessere» e ha invitato chi vuole acquistare un cane a rivolgersi ad altre razze o a incroci meno «esasperati».

Se si tiene conto che si tratta di cani che respirano malissimo già dalla nascita, non partoriscono se non con il cesareo, soffrono di numerose e gravi malattie genetiche, quando devono essere operati ci vuole un anestesista espertissimo e un microchirurgo, ci si deve chiedere se è etico incoraggiare i futuri proprietari al loro acquisto o se sia più moralmente accettabile informarli di come vivrà il cane e di quanto si svuoterà il portafoglio in cure veterinarie.

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