Tartarughe azzannatrici: è allarme anche nel Basso Piave e lungo i canali. La prima denuncia, durante l’estate quando il blogger jesolano Claudio Vianello ne aveva fotografata una lungo le rive del Sile. Prima ancora, il direttore del museo di Jesolo, Roberto Basso, aveva evidenziato il rischio che questi rettili gettati da persone scriteriate, che se ne erano liberate lungo i fiumi, si stavano riproducendo. Il problema è che le azzannatrici sono molto pericolose, dotate di denti, e possono azzannare e ferire gravemente, soprattutto un bambino. Ora i pescatori del Basso Piave segnalano la loro sospetta presenza anche qui.«Con sempre maggiore frequenza», spiega Basso, «giungono segnalazioni di avvistamenti di animali alloctoni invasivi o cosiddetti “alieni” su tutto il territorio. Questa volta la segnalazione riguarda una tartaruga azzannatrice di grosse dimensioni recentemente riavvistata in prossimità della foce del Sile. Non mi stupisce possa ora accadere anche lungo il Piave o nei canali della zona. Chelydra serpentina è il nome scientifico di questa particolare vorace specie. Anche lo scorso anno fu segnalata, probabilmente potrebbe trattarsi dello stesso esemplare o cosa ancor più grave se si trattasse di un altro in quanto vi sarebbe la possibilità che si riproduca.Specie comune nel Nord America, questo rettile, è arrivato fino ai nostri fiumi passando tramite le mani dei commercianti di animali esotici. Infatti, vengono importate e commercializzate quando hanno poche settimane d’età,non sempre nel rispetto delle normative cites d’importazione e tantomeno quelle legate alla detenzione di animali potenzialmente pericolosi. Crescendo rapidamente in cattività, dopo pochi anni raggiungono il peso di alcuni chili e la loro gestione e mantenimento diventano problematici». (g.ca.)

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