Martedì, 01 Marzo 2016 13:32

nutria2La protesta dei Sindaci: «E’ ora che si produca una normativa chiara che metta al riparo i sindaci da questo tipo di ricorsi».
Una sentenza del Tar Veneto ha annullato le ordinanze per l’abbattimento delle nutrie emesse da due comuni del vicentino (Altavilla e Creazzo). Lo scorso anno la Regione Veneto ha adottato un piano per il contenimento, consegnando precise direttive ai Comuni al fine di «controllare la popolazione» della specie. Così avevano fatto i due sindaci vicentini, che assieme ad altri due colleghi della zona hanno emanato due diverse ordinanze per la cattura delle nutrie sul territorio. Fino al ricorso dell’ associazione ambientalista “Vittime della caccia”.

La sentenza– Per i giudici il provvedimento è «carente » sotto diversi profili: non sarebbe stata effettuata «alcuna effettiva ponderazione in ordine quantitativo di nutrie che si renda necessario abbattere al fine di realizzare un corretto piano di contenimento del numero di animali di tale specie » e non sarebbe stato evidenziato «alcun elemento fattuale concreto – si legge nella sentenza – comprovante il fatto che la presenza di nutrie nel territorio comunale possa determinare situazioni di potenziale pericolo per cose o persone». Insomma, secondo il Tar alla base del provvedimento non ci sono dati per dimostrare la pericolosità dell’animale. Oltre a questo, per i giudici non c’è nemmeno il carattere d’urgenza dell’ordinanza: «Non risulta accertata – si legge – alcuna situazione eccezionale o imprevedibile che possa giustificare l’intervento del sindaco a tutela della salute pubblica». Entrambi i Comuni dovranno pagare duemila euro all’associazione ambientalista come rimborso per le spese.

La reazione dei Sindaci- Non ha reagito bene il primo cittadino di Altavilla, Claudio Catagini, che al Corriere della Sera spiega che le ordinanze, “quando abbiamo visto i ricorsi le abbiamo ritirate, perché non vogliamo spender soldi per resistere in giudizio». «Sono molto infastidito – conclude – perché avevamo ritirato anche l’ultima ordinanza, non c’era motivo di arrivare a giudizio». «E’ ora – chiosa il sindaco di Creazzo, Stefano Giacomin – che si produca una normativa chiara che metta al riparo i sindaci da questo tipo di ricorsi».

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