Quando ha visto il suo cagnolino in difficoltà, un bambino di 13 anni si è messo in cammino per portarlo da chi avrebbe potuto aiutarlo. Quel bimbo però non abita in una tranquilla cittadina europea, ma a Delft, una delle comunità più povere di Cape Town in Sudafrica. Un posto dove le persone vivono in piccole case, senza abbastanza denaro per sopravvivere, figuriamoci per usarli per il cibo di un cane. 

In quelle zone ci sono Rosie Kunneke, Clarina Hanekom e Dinielle Stöckigt – che operano per aiutare gli animali: tre donne che hanno dato vita a Tin Can Town, un’organizzazione che offre cure e attenzioni ai cani e gatti del posto. 

Ogni domenica le donne organizzano sterilizzazioni e disinfestazioni per gli animali, forniscono le cure veterinarie di base, cibo e consigli. La loro sede però è distante da Delft così il bambino ha dovuto camminare per oltre tre chilometri portando il suo cuccioli in braccio. 

«La cagnolina era molto magra e il ragazzo ci ha detto che non aveva abbastanza soldi per darle da mangiare e che non poteva tenerla – racconta Stöckigt -. Ci ha anche detto che soffriva di diarrea con presenza di sangue nelle feci. Gli abbiamo detto che avremmo fatto del nostro meglio per salvarle la vita e trovarle una nuova casa dove possano prendersi cura di lei. E l’abbiamo ringraziato per avercelo portato». 

Portato in un vicino ospedale, alla cagnolina, chiamata poi Nanuk, è stato riscontrato il parvovirus, una malattia mortale che attacca e distrugge l’in testino del cane. 

«Il virus causa anoressia, diarrea, vomito e perdita di peso. Può essere letale se non viene trattato – racconta il dottor Cathy Meeks, veterinario all’ospedale BluePearl in Florida (Stati Uniti) -. I cani colpiti da questo virus devono essere subito ricoverati e possono rimanerci anche più di una settimana». 

L’unico modo per evitare il virus è la vaccinazione, ma a Nanuk nessuno l’aveva fatta. 

Nanuk è stata subito messa sotto cure e hanno cercato di farle ingerire un po’ di cibo, ma, nonostante i farmaci anti-nausee, la piccolina non riusciva a trattenere alcunché. Dopo poco iniziò anche a rifiutare di mangiare: era sotto di quattro chili, se non avesse ricominciato a nutrirsi sarebbe sicuramente morta. 

Dopo cinque giorni di tentativi i veterinari dell’ospedale hanno voluto essere franchi con Stöckigt: «Se non ci fossero stati miglioramenti nelle 24 ore successive, l’avrebbero aiutata a porre fine alle sue sofferenze». 

Ma Kunneke e Stöckigt non erano d’accordo. «Abbiamo iniziato a fare i turni per starle accanto nel suo letto ospedaliero, l’abbiamo incoraggiata, le abbiamo detto di combattere perché c’era una bella vita che l’attendeva». 

Le due donne hanno cercato anche di dare morale alla cagnolina con qualche visita speciale: farle incontrare alcuni gatti che, a differenza dei cani, non possono subire il contagio del parvovirus. 

Il sesto giorno è accaduto qualcosa di miracoloso. Nanuk mangiava ha mangiato tutto il suo cibo senza espellerlo. Aveva ancora molto da fare per riprendersi, ma era finalmente sulla strada per il recupero. Settimane dopo, anche se si era completamente ripresa, non aveva ancora trovato una famiglia pronta ad adottarla. E, mentre attende qualcuno che la voglia amare, Nanuk ha trovato tre gatti che sono diventati suoi amici speciali con cui giocare e divertirsi.  

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