Cosa succede a un cane quando è messo di fronte alla morte del suo padrone? Anche se non ci sono prove scientifiche, i fatti parlano da soli. Gli animali hanno dei comportamenti che corrispondono a stati di dolore, nostalgia e tristezza. Percepiscono la mancanza di una persona e hanno anche loro una “reazione di lutto” per la loro perdita.

Goku. A volte hanno una reazione estrema com’era accaduto a Goku, cane di un 50enne di Codigoro, in Veneto, Livio Zanellato. Il padrone a luglio scorso venne trovato morto in casa, con l’animale fedele che lo vegliava. Quando il corpo del padrone è stato portato via per essere sepolto, Goku non ce l’ha fatta ed è morto a sua volta di crepacuore. La cronaca di questi giorni recentissimi propone due altre storie che hanno commosso mezzo mondo.

Belihna. La prima è quella di Belihna, una cagnetta che in Brasile ha assistito la sua padrona, Maria, lungo tutto il doloroso decorso della malattia e nella battaglia contro il cancro. Non si è mai separata da lei, anche negli ultimi giorni. Quando poi Maria è morta, il figlio Neto, ha voluto documentare sui social il dolore di Belinha, che partecipava ai riti funebri con la compostezza e la tristezza degli altri membri della famiglia, restando acquattata vicino alla bara. Tornata a casa Belinha continuava a piangere, attraverso guaiti. In genere il cosiddetto pianto dei cani è legato a ragioni fisiche, mancanza di cibo, dolore, senso di solitudine. Invece a volte spunta questa capacità sorprendente di esprimere dei sentimenti. Così Neto, colpito dalla reazione di Belinha settimana si è deciso a portarla al cimitero dov’era stata sepolta la mamma. La cosa sorprendente è che la cagnetta, una volta liberata dal guinzaglio ha trovato da sola la tomba, senza sapere dove fosse. E là, racconta, Nieto, si è calmata.

Capitain. È una storia che ne richiama un’altra che ieri ha avuto il suo straziante epilogo.  È quella di Capitain, un cane incrocio di pastore tedesco, che per dieci anni ha vegliato la tomba del suo amico padrone nel cimitero di Villa Carlos Paz, nei dintorni di Cordona, in Argentina. Il padrone si chiamava Miguel Guzman e a differenza dei casi precedenti aveva vissuto poco con il suo animale, perché era morto poco tempo dopo averlo portato a casa, come regalo al figlio Damian. Capitain per qualche giorno continuò ad annusare ogni angolo della casa per cercare tracce di Miguel. «Stava con le orecchie tese, vigile, come se sapesse che da un momento all’altro sarebbe ricomparso il suo padrone», ha testimoniato la moglie. Ogni mattina mi alzavo guardavo fuori dalla finestra e lo trovavo sempre lì. Sempre nello stesso posto. Sempre vigile e in attesa. Finché un giorno non lo vidi più». Dov’era finito Capitain? Mamma e figlio lo scoprirono qualche settimana dopo recandosi al cimitero. Lui era lì a vegliare la tomba. Quando è il momento di tornare, lo chiamano, ma Capitain non si muove. È rimasto lì per dieci anni, sino a qualche giorno fa quando è stato trovato morto a fianco di quella tomba che non ha mai smesso di vegliare. Ricostruendo la vicenda, il figlio si è poi reso conto in una cosa incredibile: nessuno aveva mai indicato al cane il luogo dov’era il suo padrone.

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