IL CASO

Sta troppo poco in compagnia del cane
La Cassazione condanna il proprietario

Duemila euro di multa a un vicentino: lo aveva abbandonato nel giardino di casa

THIENE (Vicenza) Duemila euro di multa per aver abbandonato a se stesso il proprio cane. Con questa sentenza, depositata nelle scorse settimane, la Cassazione ha fissato un nuovo principio nel rapporto tra uomini e animali domestici: è vietato lasciare Fido in giardino senza compagnia. Altrimenti si incorre nel reato di abbandono. Il caso era quello di un uomo di Thiene accusato di aver tenuto il suo pastore tedesco «in condizioni di grave sofferenza (…) e di salute precarie, sicuramente produttive di sofferenza fisica». Dopo una prima condanna, incassata il 4 febbraio del 2015 dal tribunale di Vicenza, il padrone dell’animale aveva deciso di non arrendersi e ingaggiare così una lunga battaglia legale. In particolare, faceva leva sulla testimonianza di un veterinario «secondo cui le condizioni del cane potevano considerarsi normali» e di fronte ai giudici aveva spiegato di aver affidato la bestiola al fratello «che lo teneva nel giardino della sua abitazione». E lì, di fatto, l’avrebbe abbandonato.

«L’imputato – si legge nella sentenza della Cassazione – ha detenuto il cane in luogo distante dalla propria abitazione, quindi con poche occasione di stare in sua compagnia». E proprio il fatto di non aver trascorso abbastanza tempo con il suo animale domestico, ha impedito al vicentino di accorgersi che il pastore tedesco era «in condizioni di salute precaria». Un tale disinteresse «da non essersi nemmeno accorto della sua situazione fisica ». La colpa dell’uomo sta proprio qui, «nell’omessa prestazione di cura e assistenza dovuta a un comportamento di trascuratezza colposa», scrivono la Corte. Insomma, per la Legge occuparsi adeguatamente di un cane non significa soltanto offrirgli uno spazio adeguato in cui vivere. Il reato di abbandono, spiega la Cassazione, si configura «non solo con comportamenti che offendono il comune sentimento di pietà e mitezza verso gli animali per la loro manifesta crudeltà, ma anche le condotte che incidono sulla loro sensibilità psicofisica, procurandogli dolore e afflizione».

Il vicentino ha provato a discolparsi scaricando le responsabilità sul fratello (visto che il pastore tedesco era nel giardino della sua abitazione) ma per i giudici questo «non esclude la responsabilità del proprietario per l’omessa tempestiva prestazione delle cure di cui l’animale necessitava». Per la Cassazione la Legge parla chiaro: spetta al padrone il compito di garantire la felicità della propria bestiola. Altrimenti si rischiano, come nel caso di Thiene, multe pesanti. «Il cane è un animale sociale, ha bisogno di vivere in un gruppo», assicura Aldo Costa, responsabile dei canili sanitari e degli ambulatori veterinari dell’Usl 16. «Un cane abbandonato a se stesso può manifestare problemi psicotici, e comportamenti stereotipati, o perfino depressione». Infine, spiega il veterinario dell’azienda sanitaria di Padova, c’è anche una «responsabilità sociale » di cui tenere conto: «I padroni hanno il dovere di prendersi cura adeguatamente del proprio animale perché, se lasciato solo, può diventare aggressivo e quindi pericoloso per chi gli sta intorno».

Andrea Priante
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