Martedì, 29 Settembre 2015 12:39

tavellaIl Collega è rimasto vittima di un agguato nel cuore diplomatico di Dacca. Una agghiacciante notizia che scuote la Veterinaria italiana.

Cesare Tavella, cooperante in Bangladesh, è stato freddato ieri per strada dalle pallottole fatte esplodere da tre uomini in moto. La notizia è stata battuta dall’Ansa.
Dopo poche ore l’Isis, scrive la stessa Agenzia, ha rivendicato l’uccisione dell’uomo, secondo quanto riferito dalla direttrice del Site, Rita Katz, su Twitter. “In un’operazione speciale dei soldati del Califfato in Bangladesh – hanno scritto i terroristi nella rivendicazione – una pattuglia di sicurezza ha preso di mira lo spregevole crociato Cesare Tavella dopo averlo seguito in una strada di Dacca, dove gli è stato sparato a morte (sic) con armi silenziate, sia lode a Dio. Ai membri della coalizione crociata diciamo: Non sarete sicuri nelle terre dei musulmani. E’ solo la prima goccia di pioggia”, hanno concluso.

Una rivendicazione che le autorità italiane stanno verificando. “Stiamo lavorando per verificare la rivendicazione di Daesh”, ha confermato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che ha espresso la vicinanza del governo alla famiglia. Mentre l’ambasciata italiana sta seguendo il caso in stretto contatto con gli inquirenti locali. Nel Paese – ragionano fonti della nostra intelligence sentite dall’Ansa – c’è una considerevole presenza islamista e le modalità dell’uccisione sembrano indicare che l’obiettivo fosse proprio Tavella. Difficile, tuttavia, in queste prime ore riuscire a capire se l’italiano fosse nel mirino in quanto cooperante di una ong occidentale o per altri motivi.

Secondo la prima ricostruzione, Tavella intorno alle 19 era in tenuta da jogging quando è stato raggiunto dal commando armato.  La polizia ha subito escluso l’ipotesi della rapina finita male, visto che la vittima aveva ancora con sé tutti i suoi effetti personali.  Oggi il ministro dell’Interno del Bangladesh, Asaduzzaman Khan Kamal ha dichiarato: “Non abbiamo trovato prove di un collegamento dell’Isis con l’assassinio ieri a Dacca del cooperante italiano Cesare Tavella”. Nel corso di una conferenza stampa nel suo ufficio, il ministro ha chiarito che “stiamo svolgendo le indagini sull’uccisione. E fino ad ora gli organismi investigativi non hanno trovato alcun legame fra l’Isis e l’assassinio”. Il ministro ha colto l’occasione per ribadire che l’Isis “non esiste in Bangladesh” e che tutte le volte che “qualcuno ha cercato di avviare un reclutamento per questo gruppo militante è stato arrestato”.

Tavella, classe 1964, era un Medico veterinario residente nel ravennate. Il Collega si era trasferito da Milano in Romagna da anni, aveva vissuto a Bagnacavallo, dove risiedono ancora i genitori e da tempo viveva a Casola Valsenio. A Dacca, Tavella lavorava come project manager per una ong olandese, la Icco Cooperation, che ha uffici in Bangladesh. In particolare si occupava di un progetto, ‘Proofs’ (Profitable Opportunities for Food Security), nel settore dell’agricoltura locale e dell’alimentazione. Sul suo profilo sul sito del programma, aveva cominciato a lavorare nell’ambito dello sviluppo nel 1993, sempre nel settore della sicurezza alimentare e dello sviluppo rurale, in diverse ong internazionali soprattutto in Asia.

La Categoria apprende scioccata e addolorata la notizia. ANMVI ha espresso vicinanza alla famiglia, augurandosi che le autorità nazionali e locali possano fare al più presto luce sull’accaduto, senza trascurare nessuna leva di giustizia e assicurando la dovuta assistenza ai familiari. Nel mondo, in aree di estrema povertà e interessate da conflitti bellici, sono numerosi i medici veterinari italiani impegnati al fianco delle Ong. La tragedia di Dacca rilancia con forza la questione della protezione dei sanitari cooperanti.

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