Firenze, 6 luglio 2018 – Con quello sguardo un po’ così e quell’espressione che conquista il cuore, Serena sa portare la gioia nei giorni più neri. Quelli che un bambino passa in ospedale. Ore interminabili, aspettando di entrare in sala operatoria. Ma lei è lì. Che cammina e capita che si pesti le orecchie. Lunghissime. Come le attese, che non finiscono mai. SERENA accompagna i piccoli ricoverati all’ospedale Santa Maria Annunziata di Firenze, in sala operatoria, e li aspetta lì fuori, mandando un messaggio preciso: io ci sono e ci sarò sempre. La risposta senza parole più tranquillizzante per vincere la paura. Chi è Serena? Un bassett hound di sette anni, come il cane del tenente Colombo. Un mito a quattro zampe capace di strappare un sorriso anche a chi ha voglia di piangere. Un mix di gesti buffi e tenerezza. «Io voglio stare sempre con lei», dice Alessandro, un bambino di quattro anni operato alle tonsille. Che alla fine piange quando è costretto a salutarla, per la teoria del rovescio della medaglia. Il reparto pediatrico dell’ospedale di Ponte a Niccheri ha aperto le porte a Serena e alla pet therapy. Perché fa bene. «I bambini ospedalizzati – spiega Marco Pezzati, direttore dell’area pediatrica dell’Asl Toscana Centro – hanno accolto con entuasiamo l’iniziativa che li aiuta a vivere al meglio un momento difficile, a dimenticare il disagio del post intervento e a superare la paura della stanza d’ospedale. Spero che iniziative del genere si possano replicare anche altrove: ormai è dimostrato che nel percorso di cura, anche dei piccoli pazienti, la vicinanza degli animali da compagnia rappresenta un eccezionale sostegno».

E infatti molti progetti in Toscana stanno conquistando gli ospedali. Anche perché, ormai, gli studi della comunità scientifica internazionale forniscono un unico indirizzo: un cucciolo allunga la vita. Avere un cane e prendersi cura di lui fa bene alla salute e all’umore. Dunque, largo al pet visiting: gli amici pelosi possono andare a trovare il padrone, quando è ricoverato. Anche in terapia intensiva dove Artù, il mese scorso, ha riempito di baci il suo amico umano all’ospedale fiorentino di Santa Maria Nuova. Ovviamente seguendo le rigorose procedure di sicurezza previste dal reparto e dal regolamento aziendale sul pet visiting: un percorso di umanizzazione delle cure in ambito ospedaliero e assistenziale. Il progetto, in attuazione alla delibera regionale del 2014, è proprio finalizzato a dare sollievo agli ammalati che non hanno la possibilità di muoversi e soffrono stando lontani dai loro animali. La pet visiting e la pet therapy a Firenze sono ormai sperimentate da oltre 5 anni e al pediatrico Meyer i cani scodinzolano da oltre 15. E via via si stanno estendendo a tutti gli ospedali della Toscana.

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