L’ultimo in ordine di tempo ad essersi aggiunto alla lista è il comune di Vittoria in provincia di Ragusa: ha deciso di concedere uno sconto di 100 euro l’anno sulle tasse comunali a chiunque adotterà un randagio custodito nel canile municipale. Ma l’esempio dell’amministrazione siciliana è stato preceduto da decine di centri grandi e piccoli sparsi in tutta Italia che hanno già avviato quello che potremmo chiamare «bonus cane»: un premio sotto le forme più disparate decide di accogliere in casa una bestiola senza famiglia. Contagioso spirito animalista? Sicuramente, ma non solo: conti alla mano,. per i comuni è molto più conveniente da un punto di vista economico incentivare l’adozione di un cane da parte di privati che mantenere un «rifugio» pubblico per i migliori amici dell’uomo.

Dalla Lombardia alla Sicilia

Il «bonus cane» del comune di Vittoria è già stato inserito nel bilancio di previsione del 2016 e dal punto di vista contabile il meccanismo è semplice: chi adotterà un cane abbandonato otterrà uno sgravio di 100 euro sulla bolletta della Tari. Deve però impegnarsi a mantenere l’animale per un determinato numero di anni e ad accettare controlli da parte dell’amministrazione comunale sul buono stato di salute dell’«ospite». Come detto, un invisibile tam tam da tempo ha consentito che questa esperienza si moltiplicasse in tutta Italia; poco prima di Vittoria analoga decisione era stata adottata dai comuni di Poggio Rusco e Quistello, entrambi in provincia di Mantova, con una forma diversa: i due municipi concedono un contributo fisso di 350 e 200 l’anno a patto che quei soldi vengano spesi per l’acquisto di cibo per il cane o per le vaccinazioni. L’elenco di chi incentiva l’adozione di cani senza padrone comprende anche il comune di Calendasco (Piacenza) e quello di Pesaro, che dal gennaio di quest’anno concede 150 euro, Terni e Bisceglie (quest’ultimo sotto forma di uno sconto di 500 euro sulle tasse comunali).

La spesa pubblica? Quattro euro al giorno

Il moltiplicarsi di questi sussidi deve stupire solo a prima vista: il rapporto «Animali in città» curato da Legambiente dice che i comuni spendono ogni anno 250 milioni di euro per il mantenimento di animali abbandonati (cani, ma anche gatti) in strutture pubbliche. Una cifra che comunque non basta a debellare il fenomeno del randagismo ma che al contrario non garantisce condizioni di vita soddisfacenti all’animale. Mantenere un cane in un rifugio comunale costa in media 4 euro al giorno, vale a dire 1.500 all’ano: ecco spiegato che le poche centinaia di euro concesse alle famiglie che accettano la compagnia di un «quattrozampe» in stato di abbandono si traduce in una forma di risparmio per le amministrazioni pubbliche.

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