Sono tante le iniziative che le amministrazioni locali mettono in campo per alleggerire il carico fiscale dei cittadini e, allo stesso tempo, risolvere annose questioni molto dispendiose. Come mantenere i canili…

(foto: Getty Images News)

Siamo un Paese sovraccarico di tasse e inutilmente i governi si alternano promettendo di ridurre un fardello che ammorba le imprese e l’economia. Abbiamo una tassazione tra le più alte d’Europa, nonostante i servizi restino, per molti aspetti, carenti. Allo scarso impegno dei governi risponde invece una crescente sensibilità da parte delle amministrazioni locali che propongono alternative o riduzioni in cambio di relativamente poco. A Milano per esempio, il baratto civico permette, a quei cittadini che non possono farlo in contanti, di pagare multe o tasse con servizi socialmente utili.

Il piccolo Comune siciliano di Agira, esenta dal pagamento della Tari, l’odiata tassa sui rifiuti, chi adotta un cane del canile. Che è geniale, non solo dal punto di vista dell’animale. Si calcola che in Italia i cani senza famiglia siano all’incirca 200mila, che moltiplicato per il costo medio sostenuto per mantenere i canili comunali, cioè dai 300 ai mille euro l’anno, può arrivare a 200 milioni di euro destinati ai cani “randagi”. C’è poi da considerare che i cani vaganti, destinati a regola a finire a loro volta in canile, siano poi altri 600mila. Ecco dunque chiaro che l’idea non è affatto, solo, buonista.

Altre amministrazioni stanno provando qualcosa di simile: Perugia paga il veterinario a chi adotta un cane di oltre sei anni, mentre Bisceglie, in Puglia, ha appena deciso di ridurre le tasse comunali fino al 70% a chi si rivolge a un canile. Adesso Agira, provincia di Enna, aiuta con l’esenzione della Tari chi adotta un cane trovato a vagare nelle strade del Comune.

Funziona così: chi sceglie un cane “orfano” avrà diritto a un rimborso della Tari fino a 400 euro per un animale di taglia piccola, 450 euro per la taglia media, e 500 per la grande. Chiaramente ci si rivolge a maggiorenni, titolari di un tributo Tari e – da non sottovalutare – con la fedina penale pulita in tema di maltrattamenti agli animali. Si deve registrare il cane come proprio e munirlo di chip, provvedere a tutte le vaccinazioni e sottostare a verifiche dei dipendenti dell’Asl.

La sindaca della cittadina, Maria Greco, si è detta decisa a migliorare le condizioni di vita dei cani randagi, ma anche a “limitare i costi del randagismo a carico della collettività”. Qualcosa di profondamente umano – e vantaggioso per tutti – che forse a questo punto altre amministrazioni proveranno ad applicare.

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