Il cane è il miglior amico dell’uomo. Ma bisogna fare una precisazione: se quell’uomo (inteso in senso di umanità) scrive, allora probabilmente il suo miglior amico sarà un gatto. Stando alle statistiche, infatti, c’è una stretta relazione tra l’amore per la lettura e quella per i gatti. Gli amanti dei gatti sono anche grandi amanti dei libri. E sembra che tale tendenza sia confermata anche da diversi scrittori e scrittrici che spesso si lasciavano fotografare insieme ai loro mici, ma che hanno fatto anche molto di più.

Se gli amanti dei gatti sono dei Nobel per la letteratura

Chissà, forse per essere premiati con il Nobel per la letteratura bisogna essere amanti dei gatti. Tra chi è stato insignito di questo riconoscimento, infatti, diversi amavano i mici.

Ernest Hemingway (1899-1961), per esempio, aveva una cinquantina di gatti a casa sua in Florida e, tra questi, c’era Snow White, gatto polidattilo. Nella sua casa museo ancora oggi vivono tanti gatti, sinceri fan dello scrittore premio Nobel nel 1954. Dal canto suo Doris Lessing (1919-2013) ha scritto il libro Gatti molto speciali in cui narra del suo rapporto con i mici. Inoltre ha pubblicato anche La vecchiaia di El Magnifico, in cui racconta di questo «gatto di grande intelligenza. Passavamo molto tempo a guardarci, a toccarli».

Altri Nobel amanti dei gatti sono stati Samuel Beckett (1906-1989), Albert Camus (1913-1960), Jean-Paul Sartre (1905-1980, ok, lui il Nobel l’ha rifiutato), T. S. Eliot (1888-1965), autore de Il libro dei gatti tuttofare, in cui, tra l’altro, ha un bel testo sul vero nome dei gatti, un nome intimo che solo loro conoscono e Wisława Szymborska (1923-2012) autrice della splendida poesia Il gatto in un appartamento vuoto.

Altri scrittori amanti dei gatti

  • Samuel Johnson (1709-1784). Dinanzi alla casa dello scrittore a Londra, c’è una stata del suo gatto nero Hodge, che lo scrittore nutriva con ostriche che egli stesso andava a comprare.
  • Charles Dickens (1812-1870). Quando morì Bob, il suo gatto, lo scrittore era fermamente deciso a non separarsene e per questo trasformò una delle sue zampine in un tagliacarte. Ok, è macabro!
  • Mark Twain (1835-1910). Quando Bambino, il suo gatto, sparì all’improvviso, Twain pubblicò un annuncio sulla stampa per ritrovarlo e offrì una ricompensa a chi glielo avrebbe portato.
  • Julio Cortázar (1914-1984). Adottò un gatto nero randagio nel sud della Francia e gli diede un nome filosofico: Theodor Adorno.
  • Patricia Highsmith (1921-1955). Viveva circondata da gatti, con i quali faceva tutto. I suoi gatti la accompagnavano durante tutto il giorno, anche nei momenti in cui scriveva.
  • Joyce Carol Oates (1938). «Scrivo tanto perché una gatta mi si siede in grembo. Mentre dorme non voglio alzarmi»: così ha confessato parlando del suo metodo di scrittura.

Via | Librópatas
Foto | Pixabay

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