Tre euro al giorno per randagio che i cittadini prenderanno in affido, dai 150 ai 200 euro annui per chi adotta uno delle centinaia di animali ancora rinchiusi nel canile sottoposto a sequestro, bonus che arriva a 300euro per gli ultra 65enni. E costruzione di un sanitario.
È questa la strategia che il Comune di San Vito dei Normanni vuole adottare per combattere il randagismo.

Si è riunita ieri la commissione monotematica convocata per discutere della questione randagi che negli ultimi giorni ha portato scompiglio in città.
In risposta alla contraddizione messa in evidenza dal Movimento 5 Stelle tra la versione del sindaco Domenico Conte e quella del presidente della commissione dedicata, Salvatore Musa, il primo cittadino ha ribadito che alcun cane è stato accalappiato. Il veterinario Asl, Donato Sole, invece, ha sottolineato con forza che nessun cane è stato soppresso, né lo sarà in futuro.

Ma la vera novità è il piano che l’Ente vuole adottare per arginare il fenomeno del randagismo. Per quanto riguarda i cani che dovranno essere accalappiati, Musa ha descritto l’idea che per sua stessa ammissione ha partorito personalmente e che non ha precedenti. La procedura consiste nel trasferimento del cane presso il “Barbone Normanno”, installazione del microchip, vaccinazione e sterilizzazione dell’animale a carico dell’Ente e poi affido fino ad adozione ai privati cittadini residenti in campagna.
Ognuno potrà aggiudicarsi un massimo di 3 cani per ciascuno dei quali riceverà 3 euro al giorno. Ed il capitolo di spesa verrà inserito in quello relativo alle politiche sociali perché la vera discriminante tra i cittadini che ne faranno richiesta sarà l’appartenenza alle categorie disagiate.

Poi, per smaltire gli oltre 100 cani ancora detenuti presso il canile privato con il quale il Comune era convenzionato fino a 3 anni fa, l’idea non del tutto nuova è quella di riconoscere a chi decide di diventare proprietario dell’animale, dai 150 ai 200 euro annui e per 3 anni, e addirittura 250-300 euro in caso di aspirante proprietario ultra 65enne.

Altra novità: «Il cane di campagna si sterilizza se è una cagna». Piano che porta sempre la firma del presidente della commissione e che prevede l’elargizione di un contributo di 130 euro per i residenti della periferia che posseggono cagne. Questi sono stati identificati come beneficiari prioritari del progetto «perché in città è difficile che i cani si accoppino liberamente» ha detto Musa.

Per promuovere l’installazione dei microchip ai cani padronali, sempre di campagna, è stata proposta anche l’attribuzione di un vaccino gratuito. Anche questa è un’idea di Musa che, inoltre, ha disquisito sull’importanza delle campagne di sensibilizzazione sul tema come la sua «Non si abbandona il miglior amico dell’uomo», sulla lotta alla dispersione dei rifiuti alimentari in periferia ed il desiderio di coinvolgimento dell’associazione animalista locale per la promozione delle adozioni dei cani.

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