Dire addio a un fedele amico a quattro zampe non è mai facile, ma a volte non si ha altra scelta. Ne sa qualcosa Jesusita, abitante ispanica di Los Angeles che ha dovuto prendere la difficile decisione di sopprimere quello che per molto tempo è stato il suo unico compagno. Lo aveva chiamato Solovino, parola che significa “colui che resta”.  

Il randagio si è presentato alla porta della donna 17 anni fa, lei viveva sola nella grande città di cui non conosceva la lingua e l’ha accolto a braccia aperte. Da allora i due non si sono più separati. Nemmeno quando la salute di Solovino ha iniziato a vacillare. 

Le scale della casa a Echo Park sono diventate un ostacolo non indifferente per l’anziano cane, tormentato dai dolori dell’artrite e dagli acciacchi della vecchiaia. Un giorno poi Solovino non è più riuscito ad alzarsi.  

Sono molti i proprietari dei cani che, non potendo permettersi di pagare un veterinario per l’eutanasia, vedono l’abbandono dei cani anziani e malati presso rifugi locali come unica soluzione. Ma Jesusita non fa parte di questi. «Con una telefonata ha chiesto aiuto», racconta la fondatrice di Home Dog LA Kerry Armstrong, ed è stata raggiunta dai membri del gruppo nella sua casa.  

È uscita con Solovino in braccio dalla stessa porta che aveva segnato l’inizio della loro amicizia. Direzione: clinica locale. Qui l’ha aiutato di nuovo, questa volta a smettere di soffrire.  

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