Venerdì, 18 Dicembre 2015 13:57

rodenticidaL’utilizzo dei rodenticidi contenenti anticoagulanti comporta notevoli rischi per quanto riguarda la salute umana e animale, l’ambiente e un potenziale sviluppo di resistenza.
Lo rileva il Rapporto ISTISAN Uso di rodenticidi anticoagulanti in Italia: misure di mitigazione del rischio e norme di buona prassi pubblicato dall’ISS a firma di Renato Cabella, Guido Bellomo, Maristella Rubbiani.
Lo studio spiega che – dalla valutazione europea delle sostanze attive e dalla valutazione del rischio, condotte per l’autorizzazione dei singoli prodotti – è emerso che l’utilizzo dei rodenticidi (prodotti destinati ad uccidere ratti e topi) contenenti anticoagulanti (principi attivi che inibiscono la coagulazione del sangue) comporta notevoli rischi per quanto riguarda la salute umana e animale, l’ambiente e un potenziale sviluppo di resistenza.
“Questo è il motivo per cui, anche in Italia- si legge nello studio-  le condizioni di utilizzo sono state stabilite nel quadro della procedura di autorizzazione del prodotto sulla base delle disposizioni giuridiche comunitarie, al fine di mitigare i rischi di cui sopra, derivanti dai biocidi di questo tipo. In sostanza, tali misure di mitigazione del rischio consistono nel limitare la categoria di utilizzatori, le dimensioni delle confezioni e nell’istituire codici di buona pratica per l’applicazione dei rodenticidi anticoagulanti”

Scenari di rischio interno ed esterno per gli animali- L’impiego per uso interno (limitato agli edifici chiusi e ai locali) rende essenziale che gli animali bersaglio non possano muoversi liberamente tra spazi interni ed esterni. L’escarodenticida viene applicata nelle apposite stazioni esca. Nelle zone interne, vi è soprattutto il rischio di avvelenamento da parte di bambini e animali domestici. Tuttavia, anche i roditori possono spostarsi tra le aree interne ed esterne e quindi, nonostante il trattamento rodenticida venga effettuato nei locali interni, questo potrebbe rappresentare un rischio di avvelenamento (secondario) per i predatori della fauna selvatica e gli animali domestici (es. gatti) nelle aree esterne.
Per l’uso all’interno e intorno agli edifici, lo studio rileva che per ragioni di efficienza della derattizzazione, può essere necessario inserire esche sia nelle aree interne, sia intorno agli edifici. In questo scenario, il rodenticida viene applicato nelle stazioni esca che, quando posizionate all’esterno, vengono poste direttamente adiacenti alla parete dell’edificio. In questo caso, il rischio che gli animali non bersaglio si cibino direttamente dell’esca esca è naturalmente maggiore rispetto al caso in cui l’esca venga posta in ambiente interno. Questo vale, soprattutto, nel caso di spargimenti di esca intorno alla stazione, ad opera di ratti o topi.
Lo scenario di utilizzo in spazi aperti/aree esterne si riferisce all’uso dei rodenticidi, ad esempio nei parchi, sui campi da golf o per le protezioni delle dighe. A differenza di prodotti approvati per l’uso “all’interno e intorno agli edifici”, i prodotti approvati per questo scenario possono essere applicati lontano dagli edifici “in aree aperte”. Se non diversamente indicato sull’etichetta del prodotto o nelle istruzioni per l’uso, questi prodotti sono consentiti anche per l’uso nelle tane dei roditori nel terreno, in una posizione coperta. Dopo aver inserito le esche, ad esempio in una tana di roditore, quest’ultimo deve essere coperto nuovamente (con una pietra o materiale simile) al fine di minimizzare il più possibile il rischio di accesso da parte degli animali non bersaglio. A causa del rischio particolarmente elevato di avvelenamento primario o secondario, l’uso di rodenticidi in aree aperte è riservato solo agli utenti professionali.

Rischi per la fauna selvatica- L’utilizzo di rodenticidi anticoagulanti comporta rischi elevati per la fauna selvatica. Non solo i roditori infestanti, ma anche altri animali potrebbero nutrirsi delle esche, con il conseguente avvelenamento accidentale di tali animali non bersaglio.

Rimedi– La restrizione d’uso dei rodenticidi anticoagulanti alle aree interne è stata discussa come opzione per ridurre al minimo i rischi rilevati per gli animali non bersaglio. In linea di principio, come misura di mitigazione del rischio questo tipo di utilizzo potrebbe portare ad una notevole riduzione del potenziale rischio di intossicazione per gli animali non bersaglio (in particolare della fauna selvatica) in quanto verrebbe impedito un accesso diretto alle esche e, quindi, il rischio di avvelenamento primario verrebbe ridotto. Tuttavia, il rischio per gli animali domestici/da compagnia non potrebbe comunque essere escluso con questa restrizione. Allo stesso modo, il rischio di avvelenamento secondario della fauna selvatica risulta impedito solo in misura limitata. I roditori che si nutrono dell’esca e si spostano tra aree interne ed esterne possono essere una potenziale preda per diversi giorni, ponendo così un rischio per gli animali non bersaglio (es. gli uccelli come il barbagianni, che sono noti per cacciare anche in edifici come i fienili per nutrirsi di topi domestici, in particolare durante la stagione invernale). Inoltre, per un controllo adeguato, potrebbe essere richiesto di applicare le esche anche lungo le piste e nei luoghi di nidificazione dei roditori in aree esterne (es. intorno agli edifici). Di conseguenza, una restrizione d’uso alle sole le aree interne non si traduce automaticamente, in una misura di mitigazione sufficiente dei rischi descritti.

La pubblicazione conclude che una componente essenziale, per un corretto utilizzo dei rodenticidi, è la formazione. Un adeguata formazione è necessaria per garantire un utilizzo corretto e sicuro dei rodenticidi
anticoagulanti. Gli utilizzatori professionisti dovrebbero ricevere adeguata e certificata formazione, con conseguente qualifica. Per quanto riguarda gli utilizzatori non-professionisti, i rodenticidi potrebbero essere inclusi in programmi di formazione, come nel caso della formazione per gli agricoltori, in merito all’utilizzo di prodotti per la protezione delle coltivazioni vegetali, o all’interno di corsi di formazione separati, in funzione degli usi locali degli anticoagulanti. Inoltre, esistono già norme di buona pratica in diversi Stati Membri per le quali viene fornito un elenco dettagliato. Tali documenti dovrebbero essere disponibili per tutte le categorie di utenti professionali.

Un ulteriore passo nell’utilizzo sicuro dei rodenticidi anticoagulanti, è rappresentato dallo sviluppo di nuove sostanze attive. In Europa, i rodenticidi anticoagulanti sono pressoché gli unici rodenticidi disponibili per controllare le infestazioni di roditori. In ottica di miglioramento della sicurezza per la salute umana, per la salute animale e per la tutela dell’ambiente, sembrerebbe dunque importante sviluppare nuove classi di sostanze (o strategie) per il controllo delle popolazioni di roditori.

Uso di rodenticidi anticoagulanti in Italia: misure di mitigazione del rischio e norme di buona prassi. Renato Cabella, Guido Bellomo, Maristella Rubbiani 2015, ii, 42 p.

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