Lunedì, 27 Luglio 2015 12:11

cowINstalla“Per il Sistema allevatori la tutela della biodiversita’ non e’ un fenomeno di moda ma è uno dei nostri valori fondanti”. Lo ha detto ad Expo il presidente di Aia. “Non a caso – ha aggiunto il presidente Pietro Salcuni– Aia ha voluto organizzare la propria assemblea annuale all’esposizione universale per testimoniare il suo ruolo a favore del Pianeta e della collettivita'”.
In Italia sono presenti 230 razze autoctone di interesse zootecnico ed e’ chiaro l’impegno dei nostri allevatori per fare in modo che questo patrimonio genetico unico nel suo genere possa crescere e non rischi invece di estinguersi. (v. Tabella)

“Oggi – dice Salcuni – dalle stalle sottoposte ai controlli funzionali esce l’80,2% del latte italiano, contro il 74,2% di un decennio fa, ed e’ questo il dato che spiega con maggior forza il ruolo che Aia gioca ed intende giocare a favore degli allevatori, dei cittadini e delle aziende che con serieta’ tengono alta la bandiera del made in Italy con le sue Dop ed Igp”.
Ma basta guardare alle statistiche che illustrano il trend del numero di allevamenti bovini attivi in Italia per rendersi conto che le aziende iscritte sono quelle che resistono meglio sul mercato grazie ad una efficienza produttiva difficile da ottenere altrimenti. Delle 69mila stalle attive nel 2000, oggi ne restano circa 35mila, una diminuzione che ha interessato anche il Sistema allevatori (dalle 24.976 della campagna 2000/01 si e’ passati alle 18.036 del 2013/2014), ma in maniera nettamente minore rispetto alle medie nazionali.

Ristrutturazione territoriale- “Il Sistema allevatori e’ una realta’ sana, che vede nel costante presidio del territorio – ha continuato nel suo intervento all’assemblea Aia il presidente Salcuni – e nel miglioramento genetico i due strumenti per far crescere il settore zootecnico. Purtroppo abbiamo subito negli ultimi anni drammatici tagli ai finanziamenti pubblici a cui abbiamo fatto fronte con un profondo processo di ristrutturazione iniziato nel 2009 e ormai arrivato alla sua conclusione. Al termine di questo percorso le 109 strutture territoriali da cui siamo partiti diventeranno 24, con la conseguente riduzione di direzioni ed apparati amministrativi. Un risultato raggiunto con un notevole sforzo organizzativo, orgogliosi di aver salvaguardato l’attivita’ di campagna e migliorato il servizio grazie all’innovazione tecnologica.

Aia e il Sistema allevatori lavorano per aumentare la competitivita’ degli allevamenti italiani per fare in modo che l’Italia sia al centro della scena internazionale di miglioramento genetico degli animali per l’allevamento zootecnico. Allo stesso modo vogliamo salvaguardare la qualita’ dei prodotti made in Italy di origine zootecnica, lavorando su tracciabilita’ e sicurezza alimentare.
La parola chiave della nostra azione – e’ stato spiegato – e’ una sola: “sostenibilita'”. Perche’ tutti gli allevamenti d’Italia sono i primi attori di un percorso che vede i suoi fondamenti nel benessere animale, nella salvaguardia dell’ambiente e del territorio, nella sicurezza alimentare, nella rintracciabilita’ e nella tutela delle biodiversita’.

La riforma della legge 30– “Da quando e’ nato il Sistema allevatori – spiega il direttore generale di Aia Paolo Scrocchi – ci siamo sempre messi al servizio della collettivita’. E la banca dati di Aia e’ a disposizione di tutta la societa’ per garantire sicurezza alimentare, tutela ambientale e controllo delle emissioni di gas in atmosfera. La riforma della Legge 30, che rappresenta un punto di riferimento assoluto per il settore zootecnico, rendera’ pienamente compatibile la normativa italiana nei confronti della legislazione europea e dara’ al Sistema allevatori nuovi ruoli e nuove opportunita’, costruite sulla multifunzionalita’ dei dati che abbiamo raccolto in questi anni di attivita'”.

“La zootecnia italiana – conclude Ettore Prandini, nella sua duplice veste di presidente di Coldiretti Lombardia e vicepresidente di Aia – e’ uno dei pilastri dell’agroalimentare nazionale e occorre da parte di tutto il mondo politico il massimo impegno per preservare le nostre tipicita’ e la distintivita’ del vero made in Italy, evitando che in futuro ci sfuggano di mano realta’ di primo piano dell’agroalimentare italiano, cosi’ come e’ accaduto in passato”. (AGI)

Approfondimenti su aia.it

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