• Sabato 7 Aprile 2018, 15:07
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Gli animali domestici possono essere fonte di problemi di convivenza con i vicini di casa e questo è ancora più probabile quando si vive in condominio.
Il regolamento condominiale può aiutarci a dirimere eventuali controversie. Conoscerlo invece, in caso fossimo proprietari di animali domestici, può aiutarci ad evitare o a limitare il rischio di incomprensioni con i vicini.
Ma cos’è esattamente il regolamento condominiale? E’ un atto obbligatorio in tutti gli edifici abitati da più di dieci condomini e regolamenta l’utilizzo delle parti comuni.

Il regolamento condominiale può essere assembleare, quando viene deliberato dall’assemblea condominiale, oppure contrattuale, quando viene predisposto dal costruttore ed allegato agli atti d’acquisto dell’immobile. E’ bene conoscere questa differenza e sapere quale dei due vige nel nostro condominio. In caso di regolamento contrattuale infatti le norme vengono implicitamente accettate dal condomino già al momento dell’acquisto, e possono essere modificate soltanto con il consenso di tutti i condomini.
 
La detenzione di animali domestici
La legge che disciplina i regolamenti condominiali è la n. 220 del 2012, riforma delle precedenti normative in materia.
La più importante novità di questa legge in relazione agli animali domestici è che nessun regolamento condominiale può vietare al condomino di tenere un animale domestico nel proprio appartamento.
La legge però non è chiara su cosa si intenda esattamente per “animale domestico”. Nessuno ha dubbi che cani, gatti o canarini rientrino in questa categoria ma che dire di conigli, furetti o persino ragni e serpenti, sempre più di moda negli ultimi anni?
Il regolamento condominiale potrebbe vietare ad esempio il possesso di animali esotici, non considerandoli animali domestici. Se un serpente però può essere chiaramente identificato come animale esotico, classificare un furetto potrebbe invece essere più difficile.
L’unico caso in cui è possibile vietare la detenzione di animali domestici è quando il condomino è in un appartamento in affitto. Il proprietario dell’appartamento in questo caso può inserire nel contratto di affitto questo divieto. Questo chiaramente però riguarda il contratto tra inquilino e proprietario, e non il condominio.
La presenza di animali in un condominio deve essere in ogni caso regolamentata per rispettare spazi e diritti di tutti.
L’allontanamento di un animale domestico è possibile solo in condizioni specifiche che si verificano di rado, legate ad un rischio per l’igiene o a patologie dell’animale, che devono essere verificate e documentate dall’Asl o da veterinari privati.
 
Le regole da rispettare
Il fatto di poter detenere animali domestici non esenta nessuno dal rispettare gli altri condomini e le parti comuni dell’edificio.
Il proprietario è tenuto a vigilare sul proprio animale per accertarsi che non faccia danni agli altri né alle strutture. Questo comprende anche evitare che sporchi e nell’eventualità che ciò accada rimediare il più velocemente possibile. E’ buona abitudine quindi portare sempre con sé paletta e sacchetto per raccogliere i bisogni.
Nessun regolamento condominiale può vietare agli animali domestici l’accesso alle parti comuni, nemmeno ad aree limitate come possono essere gli ascensori. Qualsiasi delibera condominiale che imponga divieti di questo tipo può essere impugnata e presentata davanti al Giudice di Pace entro 30 giorni. I giorni vengono conteggiati dalla data della delibera se il proprietario dell’animale era presente e contrario all’assemblea condominiale, mentre se era assente il conto parte dalla ricezione della comunicazione.
Se inoltre l’argomento non era stato inserito nell’ordine del giorno, ma è stato trattato ad esempio nel punto “Varie ed eventuali” non c’è nemmeno la necessità di ricorrere al giudice: la decisione è già nulla di per sé. La legge infatti impone che le delibere che vanno a limitare la libertà degli animali domestici vadano inserite in maniera chiara e specifica nell’ordine del giorno. Se questo non è stato fatto quindi è sufficiente inviare una lettera raccomandata all’amministratore ricordandogli che la decisione non ha validità legale ed è quindi nulla.
Questa libertà di accesso degli animali nelle parti comuni è soggetta a delle regole. I cani ad esempio vanno sempre tenuti al guinzaglio quando circolano in queste zone. Attenzione però al tipo di guinzaglio: non dev’essere più lungo di 1,5 metri, il che esclude tutti i guinzagli allungabili a meno che non siano bloccati ad una lunghezza minore.
Il proprietario del cane deve sempre portare con sé la museruola per utilizzarla in caso di necessità. Andrebbe comunque sempre fatta indossare all’animale in situazioni a rischio, come all’interno di un ascensore. Chiunque abbia un cane infatti sa che in spazi così ristretti anche l’animale più tranquillo del mondo potrebbe sentirsi minacciato da persone che involontariamente invadono il suo spazio e reagire di conseguenza.
L’uso della museruola nelle parti comuni è inoltre sempre obbligatorio se il cane appartiene alle cosiddette “razze pericolose”.
 
Obblighi del proprietario
Il proprietario di un animale domestico ha quindi degli obblighi da rispettare per garantire la salute e la sicurezza di tutti i condomini.
In particolare ricordiamo che per i cani è obbligatoria la registrazione all’Anagrafe Canina, con relativa applicazione del microchip di identificazione.
Sia per i cani che per i gatti vanno eseguite le vaccinazioni per le malattie per cui sono maggiormente a rischio, devono essere effettuate regolarmente la sverminazione e l’applicazione di antiparassitari.
Ogni animale domestico deve possedere un libretto sanitario rilasciato dal veterinario di fiducia, riportante tutte le informazioni importanti per la sua identificazione e la sua storia sanitaria.
Abbiamo già visto poi che i cani vanno sempre tenuti al guinzaglio nelle parti comuni e che il proprietario deve sempre avere con sé la museruola da usare in caso di necessità, oltre al necessario per raccogliere i bisogni.
 
I problemi di convivenza più comuni
Quando in un condominio vivono anche degli animali domestici, le lamentele più frequenti riguardano i rumori e gli odori. E’ chiaro che un cane che abbaia sempre quando è solo in casa può infastidire i vicini, così come gli odori che si producono inevitabilmente se il padrone non si cura sufficientemente della pulizia dell’animale e dei suoi accessori.

Per evitare problemi e vivere pacificamente con i propri vicini, è sempre indispensabile come abbiamo visto portare con sé il necessario per pulire eventuali bisogni del nostro amico a quattro zampe. Se è il caso può essere indicato pulire in maniera più approfondita con straccio e detersivo e spruzzare uno spray profumato, soprattutto se “l’incidente” avviene in uno spazio chiuso come può essere un ascensore.

E’ importante curare adeguatamente l’igiene dell’animale, dello spazio in cui vive e dei suoi accessori.
Questo comporta effettuare regolarmente la toeletta del cane, tenere pulita la sua cuccia e i suoi giocattoli e rimuovere velocemente eventuali escrementi. Molti padroni ad esempio lasciano per molto tempo il cane sul balcone o sul terrazzo, lasciando che faccia lì anche i propri bisogni. E’ chiaro che questo può provocare odori poco piacevoli per chi ha lì accanto le proprie finestre: cerchiamo quindi di evitare queste situazioni mostrando rispetto per gli altri! Non dimentichiamo poi che se l’animale viene lasciato da solo per troppo tempo, soprattutto in uno spazio inadeguato come un balcone, il proprietario può essere denunciato per omessa custodia e di conseguenza sanzionato.
In caso di odori intollerabili, i vicini di casa possono ricorrere al giudice. Questa situazione deve essere però continua e davvero non tollerabile: se gli episodi sono saltuari o gli odori non così intensi intentare una causa è inutile.

Molte lamentele riguardano poi i cani che abbaiano. Il cane si esprime abbaiando, pretendere quindi che questo non accada mai è impossibile ed anche ingiusto. Una sentenza del 2006 ha addirittura sancito il “diritto esistenziale” dei cani di abbaiare. Esistono però altre sentenze che indicano il proprietario dell’animale come responsabile del disturbo che il proprio cane arreca agli altri abbaiando.
Se questo disturbo è giudicato non tollerabile il proprietario può subire delle sanzioni e persino l’arresto, oltre a dover risarcire i vicini. Il limite di tollerabilità è stabilito in base alla sensibilità media delle persone che vivono nell’ambiente dove il rumore viene percepito. Ad esempio in un città e su una via trafficata il limite di tolleranza sarà maggiore che in una zona residenziale tranquilla.
Come regolarsi dunque in questi casi? I vicini di casa dovrebbero innanzitutto mostrare tolleranza e capire che in determinate circostanze è normale che il cane si metta ad abbaiare e a volte anche utile: pensiamo a quando ci sono persone estranee sul pianerottolo o a quando il cane, che ha un udito molto più sensibile del nostro, percepisce rumori sospetti di notte.
I proprietari di contro devono sapere che se un cane che abbaia occasionalmente è normale, uno che abbaia incessantemente non crea soltanto disturbo ai vicini ma è innanzitutto un cane con dei problemi che vanno risolti. Se il cane abbaia sempre quando è da solo potrebbe ad esempio soffrire di ansia da separazione. In questo caso l’aiuto di un educatore cinofilo è indispensabile. Quando decidiamo di prendere un cane infatti diventiamo responsabili non solo del suo benessere fisico, ma anche di quello psicologico. E’ importante perciò non trascurare i segnali di disagio che il cane manifesta.

Nella pratica, i vicini che ritengono di essere eccessivamente disturbati dall’abbaiare di un cane dovrebbero innanzitutto contattare il proprietario manifestandogli il problema e cercando un accordo comune, eventualmente in assemblea condominiale.
Se nulla cambia è necessario contattare l’ASL che verificherà la situazione rilasciando un verbale.
A questo punto occorre sporgere denuncia presentando come prova il verbale rilasciato dall’ASL.
L’abbaiare del cane è sanzionabile soltanto se è continuato (come detto l’abbaiare occasionale è da considerarsi normale), supportato da testimoni e causa di problemi psico-fisici a chi lo subisce.
In ogni caso molto raramente si arriva all’allontanamento dell’animale.

In conclusione possiamo dire che per una pacifica convivenza tra animali domestici e condomini è indispensabile che il regolamento condominiale venga rispettato e che si cerchi sempre di essere tolleranti e rispettosi degli altri: in questo chiaramente la correttezza ed il buon senso dei proprietari di animali domestici è fondamentale.

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