Uscito, grazie alle proteste animaliste, dalla porta del Ministero dell’Ambiente per ben due volte nel 2017 con la bocciatura del “Piano” del Ministro Galletti, il via libera alle uccisioni dei lupi dopo quasi mezzo secolo di protezione totale rischia di rientrare dalla finestra delle Regioni, su base locale, peraltro con una grave decisione visto anche il delicato periodo di passaggio istituzionale, dando la possibilità di sparare anche a un’altra specie in pericolo, quella degli orsi.

È stato infatti reso noto il risultato della recente Conferenza Stato-Regioni nella quale si è discusso della modifica al Decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997 di recepimento della Direttiva Habitat, al fine di inserire alcune disposizioni in ordine alla gestione di specie alloctone in funzione di lotta biologica. Ebbene, in tale contesto le Regioni hanno condizionato il loro parere positivo alle modifiche anzidette, all’inserimento di un emendamento che consente loro di attivare le deroghe al regime comunitario di protezione di lupi e orsi, un vero e proprio ricatto istituzionale!

Sulla spinta di quanto richiesto – in particolare da Toscana, Veneto, Trentino, Alto Adige e Valle d’Aosta – le Regioni si sono rimangiate i precedenti NO a maggioranza sul “Piano lupi” proposto dal Ministro dell’Ambiente Galletti che ora, non più in carica se non per l’ordinaria amministrazione, ha spianato la strada alle deroghe su base locale.

Condannando duramente il dietrofront del Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini, Presidente della Regione Emilia Romagna, e l’attivismo dell’uscente Ministro degli Affari Regionali Bressa, già eletto proprio in Trentino, rivolgiamo un appello al Presidente della Repubblica Mattarella affinché bocci questo sconsiderato utilizzo di un suo Decreto che invece di proteggere gli animali selvatici li fa entrare nel mirino dei fucili e indirizziamo la richiesta a Luigi Di Maio affinché il primo atto del nuovo Governo sia proprio, in aderenza al Contratto che prevede l’inasprimento delle pene per i reati contro gli animali e l’ambiente, il non recepimento della “condizione” dettata dalle Regioni per rendere specie cacciabili quelle dei lupi e degli orsi.

Chiediamo inoltre l’intervento della Commissione Europea sull’Italia, poiché Bruxelles, con la Direttiva di protezione degli animali selvatici, attribuisce agli Stati – e non alle Regioni –  anche la responsabilità delle eventuali deroghe alla non uccisione.

Massimo Vitturi
Responsabile LAV Animali Selvatici

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