Palermo, 27 febbraio 2018 –  Non c’è pace per gli animali in Sicilia dove continua l’ondata di orrore. Dopo il recente e drammatico caso di Sciacca (Agrigento), dove decine di randagi sono stati avvelenati, a Rosolini (Siracusa) quattro cani randagi sono stati trovati impiccati. Altri avvelenamenti invece si sono verificati a Paternò, in provincia di Catania, dove hanno perso la vita alcuni cani di proprietà. Negli ultimi giorni diversi randagi sarebbero stati avvelenati anche a Licata, sempre in provincia di Agrigento. Solo gli ultimi avvenimenti che si vanno ad aggiungere ai tanti altri che in passato hanno martoriato questa regione.

“Purtroppo queste storie sono all’ordine del giorno in Sicilia e sono il sintomo di una società senza empatia e senza rispetto” commenta Piera Rosati, presidente Lndc Animal Protection. “Sicuramente ci sono anche tanti volontari che si prodigano e fanno il possibile per aiutare gli animali randagi ma, nella maggior parte dei casi, non hanno l’adeguato supporto delle istituzioni. E’ necessario un impegno concreto da parte dell’amministrazione regionale – prosegue Rosati – e delle amministrazioni locali per contenere il fenomeno del randagismo che da sempre rappresenta un’emergenza in queste zone. Ma al contempo serve un maggiore controllo”. Proprio per oggi in Regione è stato stato fissato un tavolo sul randagismo con le associazione di volontariato e i servizi veterinari delle Aziende sanitarie provinciali.

Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ha incontrato i rappresentanti delle associazioni animaliste maggiormente rappresentative in Sicilia e i vertici dei Servizi veterinari dell’assessorato della Salute per confrontarsi sul tema del randagismo nell’Isola. “Così come avevo preannunciato, subito dopo la strage di cani a Sciacca – ha detto Musumeci – il mio governo vuole accendere un riflettore su una tematica che investe tutta la Sicilia e che sta a cuore a molti. Vogliamo capire se c’è qualcosa che non va nella legge 15/2000 e quindi bisogna procedere con una modifica della norma o se non hanno funzionato i controlli e gli adempimenti che ogni soggetto chiamato in causa avrebbe dovuto compiere. L’incontro serve a capirne di più, per poi prendere una decisione corretta”.
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