Ho un amore folle per gli animali. In particolare, per i gatti: per loro potrei fare davvero pazzie. Complice, il fatto di aver vissuto in una casa con giardino, a Collegno, in provincia di Torino, che era diventata punto di riferimento di tutti i gatti randagi del quartiere. Mia mamma si lamentava, e io le dicevo che fino a quando non avrebbe smesso di lanciare loro le cosce di pollo ci sarebbero state colonie feline nel nostro giardino. 

Era maggio 1999. Quota gatti: tre. Poi una mia vicina di casa, conoscendomi, un giorno mi chiamò per dirmi che aveva una sorpresa per me. La sua gatta aveva partorito quattro palle di pelo. E mi disse anche che potevo giocarci una mezz’ora perché poi li avrebbe annegati. Le dissi che era una pazza. Presi la cucciolata con mamma al seguito e la misi nel mio giardino. Quota gatti otto. Per la felicità dei miei genitori. 

Nei giorni a seguire, raggiunsi con loro un compromesso: dopo lo svezzamento mi sarei impegnata a “piazzarli”. Tranne la mamma e lui, quello diverso, perché bianco, marrone e grigio, mentre gli altri tre erano tutti tigrati marroni, e perché debole e sempre malato. Tranne lui, che poi per 17 anni è stato l’uomo, il compagno, della mia vita: Fragolino.  

Tra me e Fragolino si era creato, fin da subito, un rapporto speciale. Non solo. Divenne il mio termometro sentimentale. Era lui a decidere le mie amicizie, maschili e femminili, e gli uomini della mia vita. E non si era mai sbagliato, nemmeno una volta. Se avevo dei dubbi su una persona, era sufficiente presentargliela. E in base a come si comportava, capivo e decidevo. Una volta gli 

feci conoscere un mio fidanzato. Come lo vide, gli soffiò e gli saltò addosso, lui che al massimo si nascondeva e non si faceva vedere fino a quando l’ospite di turno non usciva dalla porta di casa. 

Quel fidanzato si rivelò in tempi neanche troppo lunghi una pessima persona. In breve: se Fragolino si nascondeva, era un no. Se si faceva vedere ma non toccare era in fase di riflessione. Se soffiava o miagolava, mi stava dicendo che ero in una situazione di pericolo. Il bello è che appunto in 17 anni non si era mai sbagliato. Per questo per lui ho rinunciato a sposarmi con il mio ex e primo fidanzato (con tanto di data fissata) e ho messo fine a una convivenza di due anni. Entrambi mi avevano chiesto di liberarmi di Fragolino. Io mi sono liberata di entrambi. 

Sicuramente non erano uomini giusti per me, ma comunque Fragolino la vedeva lunga. Il mio fidanzato storico, con cui mi dovevo sposare, a un certo punto, un giorno, come un fulmine a cielo sereno, mi disse: “Hai pensato dove portare Fragolino quando ci sposeremo?”. No, non ci avevo pensato, però pensai dove e come lasciare lui. Ma il meglio di sé Fragolino lo diede con il secondo fidanzato, con cui convivevo. Fragolino si era davvero impegnato a farlo impazzire. Gli foderava i vestiti di pelo (e il mio ex, vanitoso com’era, dava di matto), gli faceva trovare i suoi peli nel suo piatto, spargeva la sabbietta per tutto il bagno, perché sapeva che gli dava fastidio, e al mattino presto gli vomitava vicino al letto. Sembra un film. 

Invece è stata pura realtà. Finché un giorno, il mio ex convivente, mi disse: o lui o me. Non è difficile indovinare chi scelsi. Dopo un mese che lui era andato via di casa, Fragolino se ne è andato in cielo. Era ottobre 2015 e da mesi aveva iniziato il crollo geriatrico. Ma aveva una missione: far uscire di casa quell’uomo. E quando ci riuscì, decise finalmente di riposare. Come dire: il mio dovere l’ho fatto, ti ho salvato, e ora posso andarmene. A distanza di poco tempo, ebbi solo conferma di quello che Fragolino pensava di quell’uomo. 

Fragolino è morto una sera. Il veterinario durante l’ultima visita, mi tranquillizzò: non ti preoccupare, se ne andrà di notte senza farsi sentire e al mattino quando ti sveglierai lui riposerà già. E invece no. Quella notte è stato sul mio letto e durante le ultime agonie ha avuto anche il “coraggio” di chiamarmi con le zampine. Voleva che gli stessi vicino fino all’ultimo. Ha tirato l’ultimo sospiro, con le mie lacrime che colavano da ore sui suoi indimenticabili occhi verdi. Come i miei. 

Fragolino è stato anche un gran viaggiatore con tanto di passaporto. Quando mi sono trasferita a Santo Domingo, è venuto con me e per overbooking abbiamo viaggiato anche in business class! Andava matto per l’aragosta e il pollo alla creola, lui che in Italia snobbava perfino il prosciutto cotto appena comprato dal salumiere! Cosa non fanno i Caraibi! Era venuto ovviamente con me, perché gli animali non si abbandonano! No. Loro, no. 

Per tanti motivi non ho ancora sostituito Fragolino. In compenso sono diventata top pet sitter per una piattaforma. E parlo al mondo, attraverso il mio blog, di Fragolino e dei mie pelosi momentanei che mi regalano amore e mi fanno sorridere e ridere. Almeno loro. 

Daniela Larivei 

(www.danielalarivei.com)  

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