Quando con un cane si stabilisce un rapporto così stretto ed empatico come quello con un famigliare o un amore della propria vita, si vorrebbe che non finisse mai. Ma umani e quattrozampe hanno cicli di vita differenti e quasi sempre sono i secondi i primi ad andarsene, lasciando vuoti che sembrano incolmabili. Si può accogliere un altro cane nella propria vita e poi un altro ancora e magari stabilire con ognuno quello stesso speciale rapporto anche se ognuno sarà diverso dai precedenti. Con Bailey – il protagonista di «Qua la zampa», il film di Lasse Hallstrom basato sul libro «Dalla parte di Bailey» di William Bruce Cameron – è diverso: è lui a reincarnarsi ogni volta in un corpo diverso e ad accompagnare il suo amico umano nelle diverse fasi della sua esistenza, senza di fatto lasciarlo mai.

Il precedente di Hachiko

Il film, che oltre ai diversi cani che interpretano Bailey (e che nella versione italiana hanno la voce di Gerry Scotti) ha come protagonista Dannis Quaid, era uscito nelle sale a gennaio, con un’anteprima tutta italiana, e da oggi è disponibile anche in Dvd e Blu-Ray. Non è la prima volta che Hallstrom si cimenta con un’analisi sul rapporto tra cane ed essere umano, lo aveva già fatto con Hachiko, la commovente storia – basata su una vicenda realmente accaduta – di un Akita Inu che non si rassegna alla morte del suo padrone (Richard Gere nel film) e che continua ad aspettare per tutta la vita il suo ritorno alla stazione del treno. In questo caso il rapporto si inverte: è la morte del cane a separare le due esistenze. Ma il cane sa quanto è importante per Ethan, il bambino di 8 anni che lo salva da cucciolo e che lo porta a casa con sè, e a suo modo decide di non lasciarlo mai. Nell’arco di cinquant’anni torna in vita in molte altre forme – quella di un pastore tedesco, quella di corgi, quella di pastore australiano o di San Bernardo – e alla fine torna ad unire la propria esistenza con quella del suo amico umano.

Una storia di vita

«Tanti mi dicono che il libro li ha aiutati a capire cosa pensi il loro cane», spiega Bruce Cameron, che ha partecipato in prima persona alla sceneggiatura della pellicola e che di libri sui cani ne ha scritti parecchi (pubblicati in Italia da Giunti) e tutti di successo, a partire da «A Dog’s purpose», del 2010, da cui sono poi nati quelli della serie di Bailey, che è stato per oltre 50 settimane nella classifica dei bestseller del New York Times. Nella clip che pubblichiamo qui sopra, Cameron spiega che alla base c’è stata una storia che ha inventato per consolare la sua compagna dopo la morte del cane che aveva tanto desiderato da ragazzina ma che solo da adulta era riuscita ad avere. Un racconto di vita per scacciare l’idea della perdita. E’ una storia di fantasia, certo. Ma è probabilmente quella che tutti coloro che condividono un pezzo della propria vita con un cane vorrebbero vivere quando sarà il momento, quel momento.

18 maggio 2017 | 17:16

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