Un deciso passo in avanti per il progetto Dottor Dog, voluto fortemente dalle associazioni Diabaino Vip-vip dello Stretto e A.M.A.T.A. “Luna Nuova”, patrocinato dalla FAND, che punta all’addestramento di cani d’allerta diabete. E per la prima volta a livello nazionale, si è svolta a Reggio Calabria presso la “Fattoria Didattica di A.M.A.T.A”, un incontro di gruppo per l’addestramento dei cani, tenuta da Simila Laiatici, presidente della K9 Colline Pisane ASD, associazione che si occupa di addestramento, sport, recupero comportamentale del cane e preparazione di cani da assistenza.

Il primo appuntamento ha avuto come punti cardine l’educazione del cane, l’esecuzione di semplici istruzioni basate soprattutto sul rapporto con l’animale, e i suggerimenti per iniziare a insegnare al cane a fiutare ciò che si desidera. Un passaggio fondamentale questo perché è proprio grazie al fiuto che il cane “sentirà” le variazioni dei livelli glicemici delle persone con diabete per avvisarle prontamente in caso di pericolo. E infatti, sia padroni che cani hanno tenuto alta l’attenzione, prestandosi all’addestramento con buoni risultati.

“Il cane da allerta diabete è tra i cani più difficili da addestrare perché lavora 24 ore al giorno – esordisce Simila Laiatici – ma i vantaggi per le persone con diabete sono enormi, per il supporto materiale che assicurano soprattutto in termini di qualità di vita. Risultati? Nulla è certo, il successo è determinato dall’addestramento che solo se fatto bene porta gli effetti sperati. Più in generale – aggiunge -, dalle verifiche effettuate in Italia e all’estero, il successo è garantito all’85%”. Ma tutti i cani possono diventare cani d’allerta diabete o alcune razze sono più predisposte? Una domanda che in molti si sono posti e alla quale l’allevatrice risponde con chiarezza.

Alcune razze nordiche, più primitive, non sono molto adatte perché più difficili da addestrare – spiega -. Altre, più abituate a lavorare con l’uomo, si prestano maggiormente a tale attività, come Labrador, Border Collie o cani da caccia. Ciò che però conta veramente – precisa – è il carattere: un cane pauroso o che presenta problemi caratteriali e comportamentali, il cane aggressivo, non fa al caso nostro”. Il percorso di addestramento è lungo e presenta step obbligati prima di giungere alla formazione completa del cane d’allerta diabete.

“Il primo passo è l’obbedienza di base dell’animale che deve essere eccellente – afferma Simila Laiatici -, perché il cane deve comportarsi adeguatamente in ogni situazione, in casa, fuori e nei locali pubblici. Per avere un cane attendibile, regolare, necessitano anche due anni. Con il gruppo di Reggio Calabria abbiamo mosso solo i primi passi”. Prossimo appuntamento a novembre con una lezione basata sull’uso dei campioni biologici delle persone con diabete.

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