nichel rameGli Stati membri, “con la partecipazione attiva degli operatori del settore”, svolgano un’attività di monitoraggio della presenza di Nichel nei mangimi.
E’ la raccomandazione formulata dalla Commissione Europea “prima di considerare se debbano essere stabiliti livelli massimi di Ni nei mangimi o se debbano essere adottate altre misure di gestione del rischio necessarie a garantire un livello elevato di tutela della salute umana e animale”.

La Raccomandazione, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’8 settembre, fornisce indicazioni sul campionamento: per garantire che i campioni siano rappresentativi della partita sottoposta a campionamento, gli Stati membri dovrebbero seguire la procedura di campionamento prevista dal regolamento (CE) n. 152/2009.

L’iniziativa della Commissione fa seguito al parere EFSA (Gruppo CONTAM di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare) secondo il quale “sono improbabili ripercussioni negative dovute al Ni contenuto nei mangimi per bovini, suini, conigli, anatre, pesci, cani, polli, cavalli, ovini, caprini e gatti”. La Commissione rileva inoltre che i dati sul Nichel nei mangimi  utilizzati dagli esperti EFSA “derivano principalmente da un solo Stato membro e non sono pertanto necessariamente rappresentativi della presenza di Ni nei mangimi in tutta l’UE”.

Per quanto riguarda la valutazione dei rischi per la salute umana derivanti dalla presenza di Ni negli alimenti di origine animale, il gruppo CONTAM ha concluso che, considerando solo gli alimenti di origine animale, gli attuali livelli di esposizione cronica al Ni della popolazione media potrebbero costituire motivo di preoccupazione nella popolazione giovane.

Quanto all’esposizione alimentare acuta, il gruppo CONTAM ha concluso che gli individui sensibili al nichel sono anche soggetti al rischio di insorgenza di reazioni cutanee eczematose acute dovute al consumo di alimenti di origine animale. Il contributo degli alimenti di origine animale all’esposizione alimentare umana al Ni non dovrebbe pertanto essere sottovalutato, in particolare nelle fasce d’età con un’elevata esposizione alimentare a tale elemento. In base ai dati disponibili non è stato tuttavia possibile determinare i tassi di riporto dai mangimi agli alimenti di origine animale.

pdfRACCOMANDAZIONE_DELLA_COMMISSIONE_EUROPEA.pdf1.45 MB

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