Se quest’estate volete partire per New York o a Barcellona insieme a Fido, sono necessarie tre cose: il microchip, il vaccino anti rabbia e soprattutto il passaporto. Quest’ultimo è un libretto blu che vale per tutta la vita del cane (gatto o furetto), e contiene i dati dell’animale, i timbri delle sue vaccinazioni e i trattamenti, e le informazioni sul suo proprietario. Dove chiedere il passaporto? All’anagrafe canina. Ma soltanto dopo aver fatto fare al cane il vaccino contro la rabbia, che in Italia non è obbligatorio ma per l’espatrio sì. I tempi sono questi: dai 3 mesi in su si può portare l’animale dal veterinario per l’iniezione, poi servono ventun giorni per la formazione degli anticorpi, e solo dopo questo periodo di tempo è possibile ricevere il passaporto. Il vaccino ha una validità di 11 mesi – mentre in alcuni Paesi la durata è anche triennale – e quindi prima di ogni nuova partenza è sempre necessario controllare che il tempo non sia scaduto.  

Per quanto riguarda il microchip, è sempre più raro trovare un quattro zampe in città che ne sia privo, essendo obbligatorio per legge entro i due mesi di vita, come per una nuova adozione. Ma in caso contrario è possibile microchipparlo dal veterinario prima di un viaggio, pagando una sanzione amministrativa. Costo del passaporto: cinque euro se il viaggio è dentro i confini europei, oppure otto se fuori dall’Europa, spesso con l’aggiunta in questo caso di una ulteriore documentazione. 

«Prima di fare i bagagli per l’estero, in ogni caso, è bene informarsi sulle leggi che riguardano l’espatrio degli animali – spiega il veterinario Thomas Bottello – perché sono diverse in ogni nazione, e a volte è necessaria anche la titolazione degli anticorpi contro la rabbia, che richiede un tempo di attesa maggiore». Ad esempio, in Finlandia il cane trenta giorni prima del suo arrivo deve essere trattato preventivamente contro la tenia. E se per il Sud Africa devono essere testati per alcune malattie, in Giappone Fido non entra se ha meno di quattro mesi. In Israele per alcune razze è vietato l’ingresso, come il Pitt Bull e il Bull Terrier, mentre non può varcare i confini della Norvegia lo staffordshire terrier americano e neanche il dogo argentino. 

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