Risarcibili anche i costi indiretti, fra cui le spese veterinarie. L’Unione Europea ha risposto favorevolemente al Ministero dell’Ambiente.

A seguito di un quesito posto dal Ministero dell’Ambiente, la Commissione Ue ha ammesso l’estensione della nozione di specie protetta non soltanto a quelle specie di animali contemplati dalle direttive Uccelli ed Habitat, ma in ogni caso a tutte le specie di animali selvatici (ad es. lupo, cinghiali, cervi, caprioli ecc.). Ne dà notizia il notiziario di Coldiretti, che pubblica la risposta della Commissione UE sull’interpretazione dello status di animale protetto.

Di conseguenza – scrive il notiziario dell’organizzazione agricola- è previsto l’obbligo di procedere al risarcimento dei danni che siano eventualmente prodotti alle coltivazioni ed agli allevamenti presenti sui terreni agricoli o comunque arrecati a manufatti e opere approntate sui terreni agricoli”. La nota precisa tuttavia che, “poiché il quesito ha riguardato eventi suscettibili di verificarsi nel territorio dei parchi, la risposta della Commissione è limitata, attualmente, al risarcimento dei danni accertati all’interno di tali aree”.

Il profilo più significativo del parere secondo Coldiretti, è quello delle modalità di erogazione delle somme dovute a titolo di risarcimento di danni causati da animali protetti: l’intensità dell’aiuto può raggiungere il 100% dei costi ammissibili. I danni – conclude la nota, “possono includere non solo gli animali uccisi o le piante distrutte, ma anche i costi indiretti come le spese veterinarie ed i danni materiali (attrezzature agricole, macchine, fabbricati, scorte)”.

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