gatto pancreatite borgarello

La pancreatite è una malattia infiammatoria del pancreas esocrino e può essere classificata in acuta e cronica a seconda dei riscontri istopatologici. Risulta una patologia importante in medicina felina, potenzialmente letale, la cui diagnosi può diventare una sfida e di cui spesso non si riconosce una causa specifica. Qualora si riscontri in concomitanza con una malattia infiammatoria intestinale ed una colangio-epatite, parliamo della cosiddetta “triadite”.

Nel gatto sono state descritte due forme di pancreatite: quella acuta, caratterizzata da un infiltrato imponente di granulociti neutrofili a livello di tessuto pancreatico ed da una quantità variabile di necrosi del tessuto adiposo acinare e peripancreatico. La forma cronica invece, definita non suppurativa, prevede un’infiammazione a prevalenza linfocitica con concomitante fibrosi e atrofia acinare.

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A livello clinico raramente si hanno sintomi chiari e specifici di pancreatite: nei casi moderati, tipici soprattutto della forma cronica, possono non esserci segni che ne evidenzino la presenza. Al contrario del cane, infatti, il gatto raramente manifesta vomito, diarrea o dolorabilità addominale marcata; sintomi più comuni, ma aspecifici, sono l’anoressia e la letargia. Ad un esame fisico si possono riscontrare disidratazione, perdita di peso, pallore delle mucose o ittero e, in alcuni casi, ipotermia. Occasionalmente alla palpazione viene percepita una massa a livello di addome craniale.

Per quanto riguarda la diagnosi, gli esami emato-biochimici difficilmente possono distinguere la forma acuta da quella cronica e non ci sono quadri specifici di pancratite: in generale si può riscontrare anemia normocitica normocromica rigenerativa o no, aumento degli enzimi epatici, iperglicemia e ipocalcemia, soprattutto per quanto riguarda la forma acuta. La valutazione della lipasi e dell’amilasi non sembra essere sufficientemente sensibile per la diagnosi di pancreatite felina motivo per cui sono stati valutati altri test ed il più promettente sembra essere quello che misura l’immunoreattività della lipasi pancreatica specifica (fPLI). Per quanto riguarda la diagnostica per immagini, le radiologia può dare quadri addominali con perdita del dettaglio sierosale, opacità aumentata nel quadrante craniale destro dell’addome, dislocazione duodenale ventralmente e/o a destra, dilatazione del duodeno con ipomotilità e dislocazione caudale del colon trasverso. A livello toracico è possibile riscontrare fluido pleurico,edema o polmonite: le anomalie toraciche possono essere spiegate con l’alta incidenza di tromboembolismo polmonare associato a pancreatite. I riscontri ecografici, invece, annoverano ipertrofia del pancreas, ipoecogenecità, lesioni cavitarie (ascessi o pseudocisti), duodeno gonfio e ipocinetico, dilatazione biliare e fluido peritoneale.

istologia pancreas borgarello

Il gold standard diagnostico per la pancreatite felina, in ogni caso, rimane l’esame istopatologico del tessuto prelevabile per via chirurgica o laparoscopica.

La terapia della pancreatite felina è essenzialmente sintomatica e si fonda su tre capisaldi: dieta specifica (basso apporto di grassi) associata a trattamento antiemetico, correzione della disidratazione e degli squilibri elettrolitici e in ultimo, ma non meno importante, la gestione del dolore. Oltre a ciò, trattamenti aggiuntivi di supporto possono essere: integrazione di vitamina B12, la cui carenza causa diarree croniche, antiacidi e antibiotico per coprire il rischio di infezioni batteriche secondarie.

Articolo a cura della dott.ssa Martina Chiapasco della Clinica Veterinaria Borgarello

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