Martedì, 15 Marzo 2016 06:28

OGM agricoltura1L’Italia ha chiesto all’Unione europea un chiarimento, anche giuridico, affinché le biotecnologie Nbt vengano classificate diversamente dagli OGM transgenici.

L’ha detto il Sottosegretario al Mipaaf, Giuseppe Castiglione, in risposta ad una interrogazione parlamentare dell’On Adriano Zaccagnini in Commissione Agricoltura alla Camera. A detta del deputato, il Governo  ha assunto una  posizione di favore riguardo ai «nuovi ogm» senza aver prima adeguatamente informato il Parlamento, “una fuga in avanti” che non avrebbe tenuto conto del parere contrario del Parlamento italiano.
La richiesta dell’interrogante era dunque di riconsiderare la strategia italiana a Bruxelles, con particolare riguardo alle nuove tecniche di ingegneria genetica (Nbt).

Coltivazione e ricerca– Castiglione ha distinto i due livelli: da un lato la conferma del divieto di coltivazione degli OGM e dall’latro l’investimento del Ministero sul piano di ricerca per le biotecnologie sostenibili.
Riguardo agli ogm, il rappresentante del Mipaaf ha ricordato il decreto interministeriale del 22 gennaio 2015, con il quale è stato prorogato il divieto di coltivazione del mais MON810, unico OGM autorizzato a tale uso nel territorio europeo. Inoltre, dopo la Direttiva 2015/412/UE dell’11 marzo 2015, ” abbiamo effettuato il recepimento delle misure transitorie, di concerto con il Ministero dell’ambiente e della salute- ha aggiunto-  vietando dallo scorso 4 novembre la coltivazione nel territorio nazionale degli OGM già autorizzati e quelli per i quali è stata presentata richiesta di autorizzazione alla coltivazione prima del 2 aprile 2015, data di entrata in vigore della citata direttiva, con il risultato che nove mais transgenici non possono essere coltivati in Italia”.

Per quanto riguarda il tema della ricerca, Castiglione ha ricordato che gli Stati membri hanno assunto l’impegno davanti al Parlamento europeo di non ostacolare la ricerca in biotecnologie.
“È importante anche precisare – ha aggiunto- che l’Italia non è all’anno zero per la ricerca in agricoltura, e infatti ha contribuito a decifrare il genoma di molte specie agrarie di interesse strategico per il nostro Paese (vite, pesco, agrumi, pomodoro, melanzana, eccetera). Oggi, queste informazioni sono uno strumento importante non solo per comprendere meccanismi molecolari rilevanti in agricoltura, come la produttività, la resistenza agli stress, la qualità delle produzioni, ma anche per sviluppare metodi innovativi e più efficienti ad esempio per l’analisi della variabilità genetica”.

E’ infine in corso un’azione concertata con la comunità scientifica, attraverso l’ausilio del CREA, “per approfondire le conoscenze in questa materia, rilanciare la ricerca pubblica e fornire ai diversi portatori di interesse gli strumenti per poter valutare l’eventuale sfruttamento delle nuove biotecnologie sostenibili, come il genome editing e la cisgenesi, ivi compresa la brevettazione”.

Sulle nuove tecniche di ingegneria genetica, la Commissione europea- ha concluso Castiglione-  ha annunciato un primo documento tecnico entro quest’anno”.

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