Mai sentito parlare di TrustedHouse-Sitters? Ve lo spiego subito. Ma ci vuole una premessa. Ho resistito per anni, e dico “anni”. Amo incondizionatamente i gatti, ma la mia parte adulta e razionale, quella che apprezza la libertà di essere single e senza figli, è sempre riuscita a bloccare scelte sconsiderate. Fino a ottobre 2016, quando a casa è arrivata Minerva: pelo lungo e soffice – un piumino da cipria -, naso rosa in una macchia bianca che pare una foglia di Gingko Biloba, nessuna razza. La gatta più bella del mondo. Come la mia parte adulta e razionale aveva previsto, è scattata subito la sindrome “mamma tardiva-figlio unico”, la peggiore. Un misto di ansia continua, sensi di colpa laceranti e conseguente propensione a viziare follemente il felino. Senza parlare della questione viaggi. Portarla in giro con me? Impossibile, tutti sanno che per i gatti cambiare ambiente è uno stress. Lasciarla da sola con abbondanti scorte di cibo e una visita giornaliera? Giammai, neanche per il weekend. Ho organizzato una task force composta da colf-portinaio-catsitter (super referenziata) che assicurasse almeno due presenze quotidiane: soluzione pratica ma, esborso considerevole a parte, del tutto inadeguata al problema abbandono del minore.

CERCASI ANIMALSITTER
E poi ho scoperto TrustedHouse-Sitters. L’hanno fondato nel 2010 Andy Peck e Rachel Martin (una coppia inglese di Brighton cui sarò eternamente grata) partendo dall’idea molto anglosassone del sitter, ovvero qualcuno che sta a casa tua, e se ne occupa, mentre tu sei via. Loro hanno aggiunto gli animali e hanno conquistato il mondo, letteralmente: con una comunità di oltre mezzo milione di persone sparse in 130 paesi, è il più grande sito di house sitting.
Che cosa c’è di più semplice e geniale che far incontrare nomadi amanti degli animali e padroni degli stessi, con casa interessante e velleità di viaggiare?
C’è poi quella parolina, trusted (di fiducia), che non è solo un aggettivo buono per il marketing. A TrustedHouseSitters, THS come lo chiamiamo noi del gruppo, ci si iscrive, pagando una quota annuale. Già questo, nel mondo di Internet dove è tutto gratis, fa la differenza; da qui in poi, però, è tutto gratis, di soldi non ne girano più. Il sito funziona un po’ come Airbnb: proprietario di casa/animale – qualunque animale, dal gatto al cavallo alle galline – e sitter hanno un profilo, con foto; il sitter ha anche referenze, recensioni e diversi livelli di verifica della sicurezza (email, indirizzo, documenti, persino il certificato penale). Il proprietario posta un annuncio con le date in cui va via e e i sitter interessati gli scrivono; a quel punto si analizzano le affinità elettive.

L’AIRBNB DEI FELINI
Io mi sono iscritta a luglio dell’anno scorso e mi è stato chiaro che la vita con Minerva non sarebbe più stata la stessa. Il primo sitter è stato Ben, americano della Virginia, che con Mariano, il suo compagno argentino, ha deciso di vendere tutto e viaggiare, occupandosi di case e animali (questa è una delle caratteristiche principali dei sitter di THS; l’altra è che sono vegetariani. O sarò io che li seleziono così?). Anche Ben e Mariano si erano appena iscritti e non avevano recensioni: mi è bastato vedere il video sul loro profilo e fare due chiacchiere via Skype per sceglierli. Susan invece era un medico californiano, in Europa per una pausa di riflessione: quando è venuta da me si è innamorata e adesso vive a Milano. Roberta, argentina sposata con un coreano, è arrivata da Seul. Le vacanze di Natale Minerva le ha passate con Joan, pensionata inglese, poi ha conosciuto Elisa, unica italiana, Melissa e Jordan, July, Gavin e Trisha. Per l’estate aspetto Leslie e Steven, e poi Dorothy.

E ORA MIAGOLA IN INGLESE…
Gli amici italiani con animali, alle prese con sitter cari e molto impegnati, invidiano la mia libertà, ma in fondo so che disapprovano: dare le chiavi di casa a dei perfetti sconosciuti!
Con molti di questi “sconosciuti” mi scrivo regolarmente su WhatsApp e ormai selezionare un sitter è un piacere, come assaggiare un nuovo gusto dal tuo gelataio preferito. Quanto a Minerva, sembra gradire. Di certo parla un inglese impeccabile.

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