conigliAbolire l’uso di gabbie di batteria  “avrebbe un impatto positivo anche sulla salute pubblica e ridurrebbe l’uso di antibiotici nella coniglicoltura”.
La Commissione AGRI del Parlamento Europeo  ha iniziato l’esame di una proposta di risoluzione sulle norme minime per la protezione dei conigli d’allevamento.

Relatore della proposta è l’eurodeputato Stefan Eck e parte dall’assunto che in Europa “non esiste ancora alcuna normativa specifica dell’UE sugli standard minimi per la protezione dei conigli”. Solo pochi Stati membri vigono disposizioni regolamentari per l’allevamento dei conigli.  “A causa dell’assenza nell’UE di una normativa specifica sull’allevamento di animali per la specie dei conigli, il loro allevamento è altamente intensivo e la sua architettura assomiglia a un sistema di produzione industriale a elevato rendimento”.

Ne consegue che “per tagliare i costi e risparmiare spazio, una tipica gabbia spoglia in fil di ferro per una femmina adulta di coniglio misura dai 60 ai 65 cm di lunghezza, dai 40 ai 48 cm di larghezza e dai 30 ai 35 cm di altezza”. Questo significa che “i conigli non possono muoversi normalmente o adottare posture normali” ed “esprime preoccupazione per l’elevato tasso di malattie e mortalità fra i conigli da allevamento in gabbia rispetto ad altre specie da allevamento”.

Proposte legislative – La proposta di risoluzione, se sarà accolta dal Parlamento Europeo, punta ad incaricare la Commissione a presentare proposte legislative sulla fissazione di norme minime per la protezione dei conigli da allevamento. La risoluzione invita anche a  considerare i sistemi di recinti come principio guida al momento di proporre misure in materia di requisiti di stabulazione per le femmine da riproduzione e per i conigli allevati per la produzione di carne. Tutte le misure dovrebbero “essere armonizzate a livello unionale introducendo una normativa specifica dell’UE per la protezione minima dei conigli da allevamento, compreso un sistema chiaro di produzione delle etichette che consenta ai consumatori dell’Unione di effettuare scelte informate riguardo alla carne di coniglio che acquistano”.


Addomesticato ma si comporta da selvatico
– Il ricovero dei conigli negli allevamenti è una delle questioni principali dibattute fra le parti interessate al loro allevamento, soprattutto per quanto riguarda il benessere animale. La proposta evidenzia che la maggior parte dei conigli nell’UE viene mantenuta in ambienti spogli, spesso in gabbie di batteria, e che sono spesso ricoverati in capanni contenenti dalle 500 alle 1 000 femmine da riproduzione e dai 10 000 ai 20 000 conigli in crescita. Nel documento si legge anche che il coniglio addomesticato ha mantenuto la maggior parte del comportamento naturale del coniglio selvatico e che “i sistemi di allevamento intensivo hanno gravi implicazioni negative per il suo benessere”.

Sistemi di produzione biologica- In questo ambito i conigli sono tenuti in recinti di gruppo con accesso a una piccola area per il pascolo alla base del recinto, che consente ai conigli di avere più spazio, maggiore interazione sociale e più opportunità di mantenere comportamenti naturali quali mordere pezzi di legno, mangiare fieno, nascondersi dentro a tubi o sotto a piattaforme, reggersi sulle zampe posteriori, stare distesi, saltare e saltellare;


La specie d’allevamento più diffusa-
I conigli sono la quarta specie di animali da allevamento più diffusa nel mondo e la seconda nell’UE in termini numerici; oltre tre quarti dell’allevamento dei conigli nell’UE ha luogo in Italia, Spagna e Francia. La maggior parte dei conigli viene allevata per la produzione di carne, con oltre 340 milioni di conigli macellati per la produzione di carne ogni anno.

La proposta di risoluzione è all’esame della Commissione AGRI, dove sono stati presentati emendamenti.

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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
sulle norme minime per la protezione dei conigli d’allevamento

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