Gregorio è malato di Alzheimer da molti anni, e nella residenza «Buon riposo» di via San Marino, in cui vive da molto tempo, era solito isolarsi dal mondo, passando le sue giornate in silenzio. Con l’arrivo del golden retriever Noah le sue giornate sono cambiate: il cane è riuscito a riportargli la voglia di vivere nel presente. Anche Renata, nella casa di riposo «Salomon e Augusto Segre» della comunità ebraica, stava perdendo la voglia di ricominciare a camminare dopo una brutta caduta. Ma il desiderio di fare una passeggiata insieme al quattro zampe l’ha aiutata ad alzarsi dal letto e a guarire. 

Da due anni nelle case di riposo «Salomon e Augusto Segre», «Istituto Povere Figlie di San Gaetano» e «Buon riposo» di Torino, l’associazione «Aslan», che prende il nome dal golden retriever morto a soli nove mesi di Antonia Tarantini, la presidente, organizza incontri di pet therapy per anziani, che hanno già coinvolto oltre duecento persone. E’ un progetto finanziato dalla «Fondazione Specchio dei Tempi», che ha l’obiettivo di migliorare la socializzazione tra gli ospiti delle case di cura della città, e aiutare gli anziani a stare meglio, a sorridere, a scordarsi della propria malattia o solitudine. 

I quattro zampe che si occupano di pet therapy sono tre golden retriever: Noah, 3 anni, Chloe, 6 anni, e Rocco, 5 anni. «Il nostro è un metodo con un approccio cognitivo relazionale – spiega Antonia Tarantini, pedagogista specializzata in interventi assistiti con animali ed educatrice cinofila – che si basa sul rispetto e sulla tutela del cane. Gli animali non vengono “usati” ma coinvolti, e il beneficio alla fine di ogni incontro è per entrambi: gli anziani stanno meglio, e i cani si sentono realizzati». Durante le sedute, i nonni coccolano o accarezzano gli animali, o giocano con loro nascondendo le crocchette in una scatola o i pupazzetti sotto alle loro maglie.  

Nella casa di riposo della comunità ebraica, alcuni giorni fa è anche stato fatto un esperimento di pet therapy con i golden retriever e i bambini: «E’ stato un incontro tra le due generazioni – racconta Tarantini – nel quale gli anziani hanno spiegato ai bimbi il giusto approccio con il cane. Replicheremo l’esperimento nelle prossime settimane». 

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