Chiara Campo

«Bestiario» del Comune, il ritorno. Ci aveva provato già l’ex giunta Pisapia a dotare la città del nuovo «Regolamento per il benessere e la tutela degli animali», ma persino i Municipi governati dalla sinistra nel 2014 lo bocciarono e rispedirono al mittente. Quattro anni dopo, la giunta Sala ci riprova. Nella bozza del regolamento riveduto e corretto durante la lunga pausa di riflessione sono sparite alcune follie – come il divieto per i minori di 14 anni di condurre animali di grossa taglia (roba da costringere i genitori a chiedere il permesso dal lavoro per portare Fido a fare la pipì) -, ma ci sono ancora parecchi punti che rischiano di arenare il documento prima che arrivi in aula. «É fatto obbligo – si legge ad esempio all’articolo 10 – di assicurare agli uccelli da affezione in cattività «la presenza di uno o più compagni, salvo i casi di accertata incompatibilità». Vietato «tenere animali in acquari sferoidali» (pena una multa da 100 a 450 euro), piuttosto bisognerà badare bene che l’acquario sia di lunghezza pari ad almeno «10 volte la misura della specie più lunga ospitata». E ai rettili detenuti nei terrari? Va garantita «al minimo una superficie d 100 cm quadrato per ogni cm di lunghezza dell’animale».

Il divieto di usare animali per l’accattonaggio (articolo 14) investirà i vigili di una certa responsabilità. Al punto 1 si dice che è «vietato esercitare la pratica dell’accattonaggio esibendo animali, il detentore è sottoposto a sanzione e gli animali a sequestro amministrativo o confisca». Il punto 2 però specifica che «sono esclusi dal divieto gli animali della specie cane qualora si accerti che si tratta di compagni di vita del mendicante». Il Comune vieta una volta per tutte spettacoli pirotecnici, petardi e mortaretti e apre le porte dei propri uffici ai 4 zampe. «Il Comune nelle proprie strutture promuove la possibilità per i dipendenti di portare il proprio cane sul luogo di lavoro». Più restrittive invece le regole per accedere alle aree cani: 25 razze tra cui pit bull, rottweiler, cane lupo italiano dovranno «sempre indossare la museruola», pena una multa da 60 a 360 euro. E i cani che accedono alle aree dedicate dovranno essere condotti «esclusivamente da persone con caratteristiche psicofisiche siano idonee a consentire di trattenerli validamente».

Per arginare il fenomeno delle centinaia di tartarughe acquatiche che ogni anno vengono gettate nelle fontane e nei laghetti dei parchi il Comune a partire da 6 mesi dal via libera vieterà la vendita di tutte le specie di tartarughe acquatiche (una è già vietata a livello nazionale) e di tutti gli scoiattoli (due specie sono già bandite). Vietato esporre animali in vetrina e all’esterno dei negozi e venderli nei mercati aperti al pubblico (faciliterebbero un acquisto «impulsivo, con maggiori rischi di abbandono»). Capitolo crostacei: aragoste, granseole, astici e granciporri dovranno essere uccise «mediante shock elettrico». Rimarrà la possibilità di «distruggere il ganglio cerebrale, preferibilmente sul soggetto anestetizzato tramite raffreddamento». Alcuni aspetti del regolamento «sono anche condivisibili, ma un’eccessiva burocrazia unita alla scarsità dei controlli lo rende di fatto inapplicabile – sostiene il capogruppo Fi Gianluca Comazzi -. Inaccettabile la lista di proscrizione” che impone la museruola a determinate specie di cani. Un passaggio umiliante anche per i proprietari, che per detenere certi animali devono essere giudicati sani dal punto di vista psicofisico».

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