L’autosta non voleva permetterle di prendere l’autobus perchè il suo cane guida, un labrador nero, è di taglia troppo grossa, ma i passeggeri l’hanno difesa e così lei, donna non vedente residente a Casale Monferrato, è riuscita ad andare al lavoro. È successo ad Ana Moldy Mindrila, che ogni giorno accompagnata dal suo fedele e indispensabile compagno prende il bus per recarsi al lavoro a Vercelli.  

Ieri la donna si è imbattuta in un autista dai modi burberi: «Come ogni mattina stavo aspettando l’autobus proveniente da Alessandria – racconta la donna -. Una volta arrivato in stazione, ho provato a salire sul mezzo ma l’autista mi ha fermato con modi brutali intimandomi di scendere subito perché il mio cane guida è troppo grosso». A quel punto Ana scende.  

La reazione

Ma il comportamento dell’autista suscita un’ondata di indignazione negli altri passeggeri che assistono alla scena: «Un uomo – prosegue la non vedente – ha detto al conducente di farmi salire con il cane o avrebbe immediatamente chiamato la polizia. L’autista, forse per paura di ripercussioni sul suo lavoro, ha accettato, imponendomi però di salire dalla porta posteriore, in modo che non mi potesse vedere. Alcune persone hanno chiesto al guidatore le generalità, ma lui non ha voluto fornirle».  

Lieto fine

Ana Moldy Mindrila ha potuto così raggiungere la stazione di Vercelli e il posto di lavoro: «Dal ’74 una legge permette ai non vedenti di salire a bordo dei mezzi pubblici accompagnati dai loro cani – sottolinea la donna -. Ho diritto a questo servizio. Spero che in futuro non capitino più episodi simili». Del caso s’è occupata anche la Blindsight project, un’associazione che si occupa del sostegno ai disabili sensoriali, che ha scritto una mail alla società Autoticino (responsabile della tratta Vercelli-Casale), al vice sindaco di Casale e agli assessori ai Servizi sociali e ai Trasporti chiedendo provvedimenti disciplinari per l’autista.  

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