Vede un cane chiuso in un recinto, sotto il sole, tra le feci: chiama la polizia locale che però non interviene. Cerca allora di sensibilizzare il proprietario dell’animale, che gestisce il supermercato poco distante, il quale gli promette di sistemare subito la situazione. Ritorna il giorno successivo e vede però il cane nelle stesse condizioni: chiama nuovamente la polizia locale e risponde la stessa operatrice che decide di non fare intervenire nessuno.

Allora va a parlare nuovamente con il proprietario del cane e l’uomo gli lancia addosso delle bottiglie di vetro, colpendolo e procurandogli lesioni in testa, con nove punti di sutura. E’ questa la storia, raccontata con un post su Facebook, da Giacinto Damiano, di 26 anni, in vacanza a Nardò. Il 26enne ha presentato denuncia alle autorità locali e questa mattina ha ricevuto la telefonata di Enrico Rizzi, presidente nazionale del Nucleo Operativo Italiano Tutela Animali Onlus, che oltre ad esprimergli «la massima vicinanza e solidarietà, gli ha garantito un immediato interessamento».

«Ho chiesto al coraggioso Giacinto – afferma Rizzi – di trasmettermi copia della denuncia da lui già presentata in quanto anche io denuncerò personalmente l’uomo per maltrattamento di animali, nonché la Polizia Municipale per l’evidente e grave omissione da loro compiuta. Se fossero intervenuti subito, magari oggi il giovane non si sarebbe trovato con la testa spaccata. Ho pertanto garantito a Giacinto che metterò in campo tutte le azioni legali necessarie per portare quella vigilessa in Tribunale, ma nel frattempo invito il sindaco di Nardò, avv. Giuseppe Mellone, a sanzionare personalmente l’operatrice di polizia coinvolta».

LA POLIZIA LOCALE SMENTISCE IN PARTE LA RICOSTRUZIONE – In relazione al caso del presunto maltrattamento di un cane in località Posto di Blocco e alla relativa «denuncia» su Facebook da parte di una persona, “poi coinvolta in una rissa, il Corpo di Polizia Locale di Nardò, guidato dal tenente colonnello Cosimo Tarantino, rende nota la propria ricostruzione dei fatti che riguardano questa vicenda», sostenendo in una nota che l’animale non era sottoposto ad alcun maltrattamento.
«Esiste agli atti del Corpo – si sottolinea – una prima segnalazione di circa quindici giorni fa da parte di un cittadino e relativa alle condizioni di custodia del cane che ha originato un primo sopralluogo da parte della Polizia Locale, che tuttavia non ha trovato l’animale nel luogo oggetto della segnalazione stessa. Nonostante questo, gli agenti hanno a loro volta trasmesso la segnalazione alle guardie zoofile dell’associazione Agriambiente Onlus, competenti per il territorio comunale, che sono intervenute più volte senza trovare il cane sino a domenica 24 giugno, stavolta riscontrando la presenza dell’animale, ma nessun segno di cattiva custodia o maltrattamento e quindi gli estremi per un approfondimento o per un sequestro preventivo, come da prassi. Peraltro, è risultata regolare l’iscrizione del cane nell’anagrafe canina. La relazione relativa a questo sopralluogo e i riscontri della successiva verifica amministrativa sono anch’essi agli atti del Corpo di Polizia Locale».
«Nelle giornate del 28 e 29 giugno – prosegue la nota – sono effettivamente giunte al Comando le telefonate della persona coinvolta nell’episodio, che non si è mai qualificata all’agente che ha raccolto le telefonate e che non ha dato seguito all’invito di recarsi al comando di via Crispi a formalizzare la denuncia. Nella giornata di oggi, peraltro, il comandante Cosimo Tarantino ha formalmente chiesto una verifica anche da parte del competente dipartimento di prevenzione della Asl Lecce. A fronte della situazione descritta e dei gravi giudizi espressi su Facebook dal protagonista di questa vicenda, il Corpo di Polizia Locale si riserva di verificare gli estremi di una denuncia nei suoi confronti a tutela del nome e della onorabilità del Corpo e di ognuno dei suoi componenti».

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