Lunedì, 12 Ottobre 2015 08:45

paola tavernaLa Senatrice Taverna propone sei azioni per affrontare il randagismo. E accusa: i gestori dei canili ostacolano le adozioni per non perdere le diarie.

Lo spirito della legge quadro n. 281 del 1991 “è ancora oggi disatteso in numerose Regioni, carente è la costruzione di canili sanitari da parte delle amministrazioni locali e la detenzione dei randagi è diventato un vero e proprio business”. E’ solo una delle accuse mosse alla questione randagimo in Italia dalla Sen che ha presentato in Senato una mozione insieme ad altri diciassette senatori per chiedere al Governo il risanamento dei canili pubblici italiani.

In tutta Italia, sono sorte strutture esclusivamente private, “molte abusive o prive di autorizzazione sanitaria”- si legge nella mozione –  che spesso diventano dei veri e propri lager con il sovraffollamento di cani denutriti ammassati in gabbie che non ricevono cure adeguate”. E poi l’affondo: “I gestori dei canili si trovano, spesso, a fare incassi milionari, riducendo al minimo le spese di mantenimento e gestione degli animali: pochissimo cibo e di scarsa qualità, pochissima pulizia (spesso del tutto assente), assistenza sanitaria pressoché inesistente (con cani che muoiono di malattia tra atroci sofferenze) e spazi sempre più ristretti (i cani non vengono mai fatti uscire dalle gabbie); i gestori dei canili spesso ostacolano anche le adozioni degli animali, al fine di non perdere le diarie, fonte del loro arricchimento”.

La mozione rileva che le risorse stanziate “non sono sufficienti per garantire tutte le misure previste dalla legge 14 agosto 1991, n. 281”, come ad esempio l’attuazione da parte dei comuni di piani di controllo delle nascite attraverso la sterilizzazione dei randagi; la corretta gestione del randagismo, la limitazione della nascite con opera di sterilizzazione sistematica da parte delle aziende sanitarie, il controllo dell’operato dei comuni e delle ASL e il ricovero degli animali solo presso strutture pubbliche aperte a tutte le associazioni protezionistiche, anche per promuovere le adozioni degli animali, “porterebbero alla graduale, ma costante diminuzione del randagismo e dei relativi costi per i contribuenti, come già accade in alcune regioni virtuose ove il tasso di animali vaganti è pressoché pari a zero”- è la considerazione finale. Quindi le proposte della mozione, che mira ad impegnare il Governo alle seguenti azioni:

1) a promuovere azioni al fine di garantire il risanamento dei canili pubblici già esistenti sul territorio italiano;
2) a promuovere le opportune modifiche alla disciplina vigente, al fine di precludere l’assegnazione della gestione delle strutture di accoglienza per cani, sia private che pubbliche, a soggetti diversi dalle associazioni animaliste e zoofile, nonché a stipulare convenzioni con strutture fuori dai confini del territorio regionale;
3) a prevedere che, in assenza di associazioni protezionistiche disponibili alla gestione dei canili, i medesimi siano gestiti direttamente dai comuni tramite propri addetti ed, eventualmente, a trasferire ad esaurimento tutti i cani presenti nelle strutture private in convenzione nelle citate strutture pubbliche;
4) a garantire, a legislazione vigente, la libertà di accesso ai canili, gestiti dai privati in convenzione, alle associazioni animaliste regolarmente costituite;
5) a rafforzare le iniziative volte all’aggiornamento del censimento dei cani presenti in tutte le strutture private convenzionate e pubbliche del territorio italiano, al fine di garantire la trasparenza sui dati relativi al numero di animali entrati, deceduti, adottati e presenti all’interno di ogni canile e sui rendiconti annuali degli stessi, nonché i controlli sistematici delle forze dell’ordine, preposte alla verifica del rispetto della normativa vigente nazionale ed europea sul benessere degli animali;
6) a prevedere un monitoraggio dell’attività delle aziende sanitarie locali in merito alle sterilizzazioni obbligatorie in tutte le Regioni dei cani ospitati nelle strutture di accoglienza e un controllo sul benessere degli animali.

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