4 aprile 2018

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È stato strappato dalla sua famiglia e portato via. Un sequestro preventivo con l’accusa di abbaiare troppo. E ora oltre centosessantamila persone hanno firmato una petizione per chiedere la liberazione del pastore abruzzese Miro, in attesa che si pronunci il Tribunale di Trento.

La sua storia ci porta a Roverè della Luna, un paesino di poco più di mille abitanti tra le montagne del Trentino. “Il 22 marzo Miro è stato prelevato dai Carabinieri, sequestrato e portato in un canile a 50 chilometri da casa perché accusato da un vicino di abbaiare” ci spiega la padrona, Eva Munter. “È bastato che una sola persona dichiarasse che il cane abbaiava per dar via a questo assurdo provvedimento, nonostante il resto del vicinato non avesse lamentato rumori molesti o fastidio, anche con le finestre aperte”. La prima denuncia, a cui seguirà una seconda, scatta nel 2015, quando Miro aveva appena sei mesi. Il vicino di casa accusa di avere difficoltà a prendere sonno a causa dei suoi latrati e in alcuni casi è costretto ad assumere farmaci. Il disturbo alla sua quiete sarebbe provato anche da alcuni rilievi fonometrici. “Più volte le forze dell’ordine sono accorse sul posto in seguito alle chiamate del mio vicino e tutte le volte hanno constatato che Miro non stava abbaiando” prosegue la padrona. “Nonostante questo la vicenda è andata avanti con due querele, trasformate poi in due decreti penali di condanna”. La Procura li emette nei confronti della famiglia di Miro, che però si rifiuta di pagare le sanzioni, certa della sua innocenza. Arriva così la terza querela da parte del vicino e scatta in forma preventiva il sequestro del cane, che è stato portato via lo scorso 22 marzo.

“Quando l’ho visto chiuso nella gabbia del canile sono stata male” ci racconta Eva. “Miro non capisce cosa gli stia succedendo, è stato allontanato dalla sua famiglia. E noi non capiamo che cosa abbia fatto di male”. Eva non si dà pace e nei giorni scorsi avvia una raccolta firme su una piattaforma online, Change.org. E in pochissime ore migliaia di persone l’hanno sottoscritta, superando le centosessantamila firme. “Ho ricevuto molti messaggi di solidarietà, anche dalla Francia e dall’Olanda. Mi hanno detto che si trovano in situazioni analoghe con vicini intolleranti nei confronti di cani, gatti e canarini” spiega Eva. “Temono che lo stesso provvedimento possa essere attuato anche nei confronti dei loro animali”.

Anche i vicini di casa sono pronti a testimoniare a favore di Miro. Tra pochi giorni il Tribunale di Trento dovrà pronunciarsi ed entro fine mese è fissata la prima udienza del processo. “Riteniamo che ci siano ottimi fondamenti per ottenere il dissequestro del cane” spiega il legale della famiglia, Cecilia Venturini. “Al giudice chiederemo quando può essere sequestrato un animale e soprattutto se lo può essere. E’ un bene o un componente a tutti gli effetti della famiglia?”. Noi seguiremo la vicenda, con la speranza che Miro possa riabbracciare la sua famiglia.

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