Un ambiente protetto a misura di gatto. Taglio del nastro al gattile comunale di uno spazio dedicato ai felini più difficili. Abbandonati, come gli altri ospiti, ma più stressati, aggressivi, difficili da socializzare e dunque da far adottare. La grande stanza, appena sopra la reception, riproduce in uno spazio di circa 25 metri quadrati un ambiente naturale, con ponti tibetani e passerelle che permettono ai mici di osservare il mondo dall’alto e di avvicinarsi all’uomo senza sentirsi minacciati. Una ruota che riproduce il copertone di un camion è utile per gli esercizi, come le casette, i tunnel, i numerosi tiragraffi. L’area protetta può ospitare fino a una ventina di mici. «È stata pensata per la riabilitazione dei mici che hanno problemi motori, ma soprattutto comportamentali», spiega Manuela Michelazzi, direttrice sanitaria del Can-gattile. «Sono animali che hanno bisogno di questo spazio per ritrovare confidenza con l’uomo, devono essere manipolati senza alcuna costrizione». Mela è la prima ospite della nuova struttura. È entrata nel Gattile che pesava oltre 10 chilogrammi, il pelo a chiazze, un forte stress accumulato nell’ambiente dov’è vissuta. Ora segue una dieta particolare, ipocalorica, per recuperare il peso forma, e un percorso individuale fatto di gioco e attenzioni.

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Nuovo look per il gattile comunale

Sono già stati selezionati altri 12 gatti particolarmente timidi e problematici. Hanno vissuto, per anni, nella casa di un accumulatore (hoarder). Sono molto legati tra loro ma non sembrano avere empatia nei confronti dell’uomo. Franca Fasani, storica operatrice del Gattile trascorre con loro molto tempo. La mattina accende la radio, entra nella stanza più volte al giorno per dar loro da mangiare, prende pian piano confidenza: si accuccia e, agitata una piuma, li invita al gioco. Ad ognuno di loro è stato dato il nome di un fiume: Reno, Tamigi, Ural, Loira, Mississipi. I gatti per il momento guardano incuriositi. «Si avvicineranno quando avranno deciso che possono fidarsi», spiega. Laura Borromeo, comportamentalista, aggiunge che «per il benessere del gatto occorre dargli la possibilità di mettere in atto i comportamenti che avrebbe in natura. Per un gatto è fondamentale potersi arrampicare, stare in alto, perché così supervisiona il territorio e si sente sicuro. Il gatto è predatore ma è anche preda. Deve potersi nascondere e anche poter marcare il territorio (con le unghie) e scavare.

21 febbraio 2018 | 08:29

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