BOOLOGNA – Che Francesco Guccini sia, come lo definisce l’amico Giorgio Comaschi, un «gattofilo pazzesco» lo si evince dal suo canzoniere. Per chi avesse smarrito il gomitolo di parole, tiriamo qualche filo, giusto per orientarci e arrivare a Paurina, Bianchina e Stagnino, ossia i tre gatti di casa Guccini, e alla sfida di venerdì 21 settembre a Vergato.

Il cantautore e i gatti

«Se fossi più gatto» è tra i desiderata della celebre Via Paolo Fabbri 43, «un gatto pigro che si stira sul muro» abita invece in Giorno d’estate, in L’ubriaco «dorme il gatto sulla panca», «i gatti? e questo tempo che non si rimette ancora?» sono accoccolati tra le domande cortesi de Il pensionato, i «gesti da gatto» sono descritti in Ballando con una sconosciuta, l’«annoiato interesse negli occhi di un gatto» in Acque, «l’indifferenza scostante dei gatti» in Lettera, per finire (e perdersi) «nei mondi dentro agli occhi dei miei gatti» della Canzone delle situazioni differenti.

L’evento

Come Georges Brassens, anche il cantautore di Pavana non nasconde la passione per l’universo felino e così il suo veterinario (e scrittore) Silvano Monti ha organizzato uno scontro retorico tra il «gattofilo convinto Guccini e il cinofilo razionale Comaschi»: i due si sfideranno a colpi di dialettica, cultura e amore per gli animali venerdì 21 settembre alle 20.30 presso la Biblioteca comunale Guidotti.

L’amore per i felini

«Perché i gatti? Perché come diceva qualcuno “non esistono gatti poliziotti”» anticipa il maestrone che divide l’antica dimora con la moglie Raffaella e tre gatti, «due trovatelle e uno diciamo così ufficiale». «Paurina è nera, senza denti e con la coda rotta, si chiama così perché massimo arriva all’angolo della casa poi torna indietro, Bianchina è ovviamente bianca e senza orecchie perché ha avuto un tumore e gira tutta storta perché vittima di un incidente e poi c’è Stagnino, da “stagno” che in modenese vuol dire robusto».

E quello per i cani

Dopo le presentazioni, le dichiarazioni di guerra. «Io non ho nulla a che vedere con il cane», attacca Guccini che, per chi ha cantato di voler essere «più gatto», è anche abbastanza comprensibile. «Che poi, esser più gatto significava essere più libero, anarchico». Ma dell’esser gatto ora ama anche altro: «L’eleganza, l’affetto, le fusa». L’avversario Comaschi che vanta tre gatti con tanto di cognome («metti che debbano ricevere una lettera?»), Athos Bigazzi, Gianni Stoppani e Bolla Stanzani, sfoggerà tutto l’amore per il suo chiwawa Giotto Zanasi. «Il cane non tradisce mai, fa grandi feste, capisce tutto quel che dici, certo il gatto dalla sua ha questo ingresso in scena sempre perfetto con i tempi giusti, mentre il cane ecco, entra in scena un po’ alla boia d’un giuda, ma come non perdonarglielo?».

20 settembre 2018 (modifica il 20 settembre 2018 | 13:03)

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